Laureti candidata alle Europee col Pd

Consigliere d’opposizione a Spoleto vicina a Zingaretti entra nella lista della circoscrizione centrale

Camilla Laureti è candidata al Parlamento europeo con la lista del Partito Democratico. A ufficializzare il suo nome è stato il segretario Nicola Zingaretti insieme a quello di altre 38 donne e 37 uomini in corsa nelle cinque circoscrizioni. Giornalista 44enne, Laureti è consigliere comunale di opposizione a Spoleto, comune in cui alle amministrative del 2018 è stata candidata sindaco con l’appoggio del Pd, non riuscendo però ad agguantare la fascia tricolore per un’ottantina di voti, con coda di veleni e accuse proprio tra i democratici. A distanza di dieci mesi, invece, Laureti, molto vicina a Zingaretti, entra come candidata del Pd umbro nella squadra della circoscrizione centrale, che comprende anche Toscana, Lazio e Marche. Alla fine lei ha avuto la meglio sul sindaco di Narni e vicesegretario del Pd regionale, Francesco De Rebotti, l’altro nome che i dem avevano proposto per la corsa a Bruxelles. Per qualche giorno, comunque, è anche circolato il nome della presidente di Regione Catiuscia Marini come candidata al Parlamento europeo, ma l’ipotesi è presto tramontata. A spuntarla alla fine è stata la Laureti che, oltreché a Spoleto e in Umbria, dovrebbe raccogliere voti anche a Roma e provincia. L’elezione di un candidato umbro è particolarmente complessa sia per le dimensioni della circoscrizione che per i pretendenti, tra tutti gli eurodeputati uscenti in cerca di rielezione Simona Bonafè capolista, David Sassoli e Roberto Gualtieri.

Nota congiunta del Segretario Pd tifernate Mauro Mariangeli e del Capogruppo Pd Mirko Pescari

Nota congiunta del Segretario Pd tifernate Mauro Mariangeli e del Capogruppo Pd Mirko Pescari

Osserviamo con piacere che dall’ultimo comunicato, a firma di Marco Gasperi consigliere Comunale di Città di Castello del Movimento Cinque Stelle, in cui tratta il tema del compenso dei revisori contabili, il Consigliere risulta essere perfettamente allineato con la linea nazionale del suo partito, o movimento che dir si voglia, per cui «è tutta colpa del Pd».


Questa volta, però, il consigliere Gasperi ha fatto un po’ di confusione sul tema perchè «il disperato bisogno» di aumentare il compenso dei revisori contabili non è del Partito democratico di Città di Castello, bensì è del governo «gialloverde» che, con il decreto ministeriale del dicembre 2018 relativo alla determinazione del compenso base spettante ai revisori dei conti, ha fissato nuovi limiti, individuando il massimo a 18 mila Euro.


Al Pd tifernate interessa e come (a differenza di quello che dice il consigliere Gasperi) quanto devono pagare i propri concittadini: difatti pur adeguando i compensi precedenti dei revisori in base a quanto imposto dal decreto ministeriale (ministero che ricordiamo essere guidato proprio da Luigi Di Maio, esponente di primo piano del Movimento 5 Stelle) ha individuato il compenso per i revisori in 8 mila Euro per ciascun componente del Collegio e 12 mila Euro per il Presidente, al di sotto quindi della soglia di congruità indicata dal ministero (fissata ad Euro 12000).


Insomma, il Pd tifernate cerca di tutelare i cittadini anche nel caso in cui gli aumenti sono imposti dal governo centrale, come in questo caso. Una scelta di tutela, appunto, dei cittadini che lo stesso Movimento 5 Stelle pare non abbia certo a cuore né al governo centrale né dove amministra i Comuni.


Per dovere di cronaca, segnaliamo al consigliere Gasperi gli adeguamenti dei compensi di due Comuni a guida pentastellata: Cattolica e Livorno. Il comune di Cattolica (circa 17 mila abitanti) ha fissato la soglia ad 11mila 700 euro per i compensi del collegio dei revisori e a 16 mila 300 euro per quello del presidente. Stessa cosa per il comune di Livorno, che ha disposto un compenso per i componenti del Collegio dei revisori pari a 20 mila 700 euro e 31 mila per il Presidente. Insomma, non è sempre «colpa del Pd»: l’innalzamento è stato imposto dal decreto ministeriale. Anzi, il Partito democratico tifernate ha cercato d’incidere il meno possibile, indicando compensi al di sotto della soglia di congruità, a differenza dei “5 Stelle” che impongono aumenti dall’alto e dove amministrano dimostrano di avere, loro, un disperato bisogno di aumentare i compensi dei revisori dei conti.

Comunicato Stampa del Partito Democratico di Todi

Comunicato Stampa del Partito Democratico di Todi

partito democratico di todiMolti cittadini stanno segnalando su Facebook, anche con documentazioni fotografiche, lo stato di totale degrado del parco per bambini collocato nel quartiere Europa, in condizioni di così totale abbandono da costituire anche una potenziale fonte di pericolo per i bambini stessi.

Ciò si manifesta all’interno di un quadro amministrativo desolante per la nostra Città: la gestione delle manutenzioni risulta inefficace, come prima e più di prima, benché a bilancio siano stati previsti molti soldi pubblici; Todi continua ad essere allo sbando sotto ogni punto di vista, dalla gestione del centro storico a quella delle frazioni, a quello della proposta culturale priva di ogni innovazione e progetto qualitativo.

Il tutto condito sia da un menefreghismo amministrativo dedito soltanto alla perfezione dei selfie e della propaganda conservatrice sia dalla condivisione della più retriva politica nazionale, per altro scandita da prese di posizione reazionarie degli esponenti della destra che hanno impresso alla nostra Città una disdicevole immagine retrograda.

Proprio vero che, come dicono i nostri anziani, al peggio non c è mai fine …

A Todi il PD ed il Partito Socialista insieme contro il congresso mondiale delle famiglie

A Todi il PD ed il Partito Socialista insieme contro il congresso mondiale delle famiglie

Presentato un ordine del giorno contro il DDL Pillon di riforma del diritto di famiglia.

Il Congresso mondiale delle famiglie, ha visto la presenza, tra gli altri, di molti esponenti del governo italiano (Salvini, Bussetti, Fontana) e della destra più variegata (da Tajani a Forza Nuova, passando per Meloni).

È la “destra realizzata” di cui ha parlato spesso Ezio Mauro in questi mesi: una destra che predispone alleanze internazionali inquietanti (Orbàn, Kaczyński, circoli conservatori statunitensi etc), peraltro copiosamente finanziate a suon di rubli e di dollari. Cosa c’è dietro questa tre giorni di orgoglio reazionario, dove trovano piena cittadinanza aberrazioni come l’inutilità della contraccezione e la repressione penale dell’omosessualità?

Chiaramente una strategia volta a far retrocedere i diritti umani in materia di salute sessuale e riproduttiva anche nelle democrazie europee più avanzate, nel nome di una presunta “legge naturale”.

Con l’obiettivo, nemmeno poi così mascherato, di rovesciare le leggi esistenti in materia di diritti, legati alla sessualità e alla riproduzione, come il diritto alla contraccezione e all’interruzione volontaria di gravidanza, alle tecnologie di riproduzione assistita; la parità per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali o intersessuali (Lgbti) o il diritto di cambiare genere o sesso.

Il Congresso delle famiglie è un tassello fondamentale di questa strategia, centrata sull’alleanza con una moltitudine di governanti politici conservatori e sovranisti per sradicare delle vere e proprie conquiste di civiltà. Vanno in tal senso i vari disegni di legge presentati da alcuni parlamentari di destra in questa legislatura.

Oltre all’ormai tristemente conosciuto ddl Pillon sull’affido condiviso (sul quale il Partito Democratico, assieme al Partito Socialista, ha presentato in Consiglio Comunale di Todi un ordine del giorno), infatti, sono state depositate altre due proposte legge che destano allarme. La prima, alla Camera, in tema di “Disposizioni in materia di adozione del concepito”, per cui alla donna che intenda praticare l’aborto sarebbe data la possibilità di evitare l’interruzione di gravidanza «in considerazione dell’immediato inserimento del nascituro in una famiglia adottiva».

E subito ci viene spontaneo chiederci che differenza ci sia tra questa proposta e la gestazione per altri che questi politici denunciano un giorno sì e l’altro pure. La seconda, al Senato, dal senatore Gasparri di Forza Italia, che vuole modificare l’art. 1 del Codice Civile, proponendo di anticipare quella attribuzione di soggettività al momento del concepimento. In questo modo, de facto, qualsiasi interruzione della gravidanza diventerebbe un illecito da perseguire. Formalmente non si tocca la legge 194, che però viene svuotata della sostanza.
A fronte di questi rigurgiti reazionari e fondamentalisti, il Partito Democratico di Todi e il Partito Socialista si schierano con i giovani e le donne che riempiranno le strade di Verona il 30 marzo per affermare un semplice dato di fatto: famiglia è dove c’è amore. Vigileremo affinché non possa prendere ancora più piede un arretramento culturale e di civiltà che vuole riportare indietro le lancette della storia.

Gruppi Consiliari Partito Democratico e Partito Socialista