Sanità pubblica: una nuova direzione per l’Umbria

Sanità pubblica: una nuova direzione per l’Umbria

Il Partito Democratico dell’Umbria sostiene con forza il rilancio e la centralità della sanità pubblica nella nostra regione.
In questa prospettiva, con l’impegno di tutte le forze del Patto Avanti, si sta delineando il lavoro portato avanti dal tavolo di coalizione, con l’obiettivo di indirizzare e supportare il lavoro della Giunta regionale, nella prospettiva del nuovo piano socio sanitario.
Dopo cinque anni in cui il governo della destra ha portato il sistema sanitario umbro in uno stato di evidente sofferenza, il Servizio sanitario pubblico torna a essere il fulcro della programmazione, della gestione e dell’erogazione dei servizi.
Con l’approvazione dei recenti provvedimenti, la Giunta guidata dalla presidente Stefania Proietti si pone in discontinuità con il passato, garantendo obiettivi importanti:
➡️ Tetti di spesa per il privato accreditato che non subiscono incrementi e regole chiare: il privato potrà contribuire solo in un’ottica di complementarietà, e mai di sostituzione del pubblico.
➡️ Riduzione delle liste di attesa senza aumentare il ricorso al privato, grazie a nuove assunzioni (711 nuovi professionisti sanitari entro la fine dell’anno) e a una pianificazione regionale rigorosa e trasparente.
➡️ I privati accreditati chiamati a operare dove si riscontrano le reali esigenze, ad esempio nei settori più colpiti dalla mobilità passiva, come l’ortopedia complessa, contribuendo a invertire la rotta di anni di scelte sbagliate.
Questa è la direzione che, come Partito Democratico, abbiamo sempre indicato: una sanità pubblica forte, universale e accessibile a tutti, dove le risorse pubbliche siano usate al servizio dei cittadini e non disperse in logiche privatistiche ed economiche.
Il PD Umbria non smetterà di ribadire questi fondamentali principi, perché la salute non è un bene di mercato, ma un diritto di tutti. E oggi più che mai lo stiamo difendendo con i fatti.

Così in una nota il segretario regionale del Partito democratico dell’Umbria, Damiano Bernardini.

Dall’Umbria, terra di pace, un appello per il riconoscimento dello Stato di Palestina e la fine della barbarie

Dall’Umbria, terra di pace, un appello per il riconoscimento dello Stato di Palestina e la fine della barbarie

Dall’Umbria, terra di pace e di dialogo, lanciamo un appello forte e urgente: anche l’Italia riconosca ufficialmente lo Stato di Palestina. È un atto necessario di giustizia, per restituire dignità a un popolo privato dei suoi diritti fondamentali, e per riaprire concretamente la via della pace in Medio Oriente.

Di fronte all’orrore che si sta consumando nella Striscia di Gaza, dove vengono colpiti civili inermi, affamati i bambini, distrutti gli ospedali, dove intere famiglie vengono cancellate, non possiamo tacere. Siamo di fronte a una barbarie che non può essere giustificata né accettata: ogni giorno che passa si allontana la pace e si nega l’umanità.

L’Umbria, che ha fatto della cultura della pace la sua identità profonda, vuole far sentire la propria voce. È la terra della Marcia Perugia-Assisi, nata dal pensiero di Aldo Capitini, laica e spirituale insieme, che ha insegnato al Paese e al mondo l’urgenza della non violenza come strumento politico e morale. È la terra di San Francesco, testimone universale di fraternità e dialogo. È la terra dove la solidarietà non è mai stata solo parola, ma impegno concreto.

Per questo come Partito Democratico dell’Umbria chiediamo con forza: cessate il fuoco immediatamente, proteggete i civili, fate entrare gli aiuti umanitari. Ma soprattutto, riconoscete lo Stato di Palestina. Solo il diritto e il reciproco riconoscimento potranno fermare la spirale dell’odio e aprire la strada a due popoli, due Stati, due libertà che vivano fianco a fianco.

Costruire la pace, partendo dalla giustizia.

Così in una nota Damiano Bernardini, Segretario regionale Pd Umbria

Scuola: il governo penalizza l’Umbria. Un attacco inaccettabile al futuro dei nostri territori

Scuola: il governo penalizza l’Umbria. Un attacco inaccettabile al futuro dei nostri territori

Il decreto interministeriale n. 124 del 30 giugno 2025 ha certificato un dato tanto grave quanto emblematico: l’Umbria subisce un taglio nelle dirigenze scolastiche, passando da 134 a 130 unità. Una riduzione netta di 4 dirigenze, mentre altre Regioni vedono aumentare le proprie dotazioni organiche.

Non siamo di fronte a un semplice aggiustamento tecnico, ma a una scelta politica precisa. Questo provvedimento evidenzia la volontà del Governo di discriminare l’Umbria, colpendo un pilastro essenziale del nostro sistema educativo e sociale: la scuola.

Ridurre le dirigenze scolastiche significa comprimere l’offerta formativa, limitare l’autonomia delle istituzioni scolastiche, scaricare ulteriori difficoltà organizzative su un personale già sotto pressione. Ma soprattutto, significa mettere a rischio il diritto all’istruzione in quelle aree, come le nostre zone interne, rurali e montane, che già vivono condizioni di fragilità e spopolamento.

Il dimensionamento scolastico non può e non deve essere governato solo da criteri numerici o statistici. Serve una visione che tenga conto delle specificità territoriali e delle reali esigenze delle comunità. Garantire servizi scolastici diffusi ed efficienti nei territori più marginali non è una concessione, è una necessità strategica per la sopravvivenza dell’intero tessuto sociale.

Le aree interne svolgono un ruolo essenziale per la tenuta del Paese: custodiscono risorse ambientali, paesaggistiche, produttive, e rappresentano un presidio fondamentale contro il dissesto sociale e ambientale. Svuotarle dei servizi significa abbandonarle, contribuendo ad accelerare un declino che, invece, va contrastato con determinazione.

Il Governo Meloni sta purtroppo confermando, con questo atto, l’impostazione miope già contenuta nel Piano strategico per le aree interne, dove si è persino arrivati ad affermare che in certi casi è impossibile fermare il declino. Noi ci ribelliamo a questa logica rassegnata e centralista.

Il Partito Democratico dell’Umbria rivendica con forza un’inversione di rotta nelle politiche per i servizi pubblici, a partire dalla scuola. Chiediamo che l’Umbria venga trattata con equità e rispetto, e che il sistema scolastico venga rafforzato, non indebolito, soprattutto nei territori dove è più necessario.

Chiediamo al Governo di correggere subito questo errore. L’Umbria non starà zitta mentre le si sottrae futuro. Dall’Umbria daremo vita ad un’azione in grado di rimettere le aree interne al centro di una strategia di sviluppo complessiva utile a tutto il Paese.

Così in una nota Damiano Bernardini, Segretario Regionale del Partito Democratico dell’Umbria

Immobilismo e incompetenza: le cifre dell’amministrazione leghista di Umbertide

Immobilismo e incompetenza: le cifre dell’amministrazione leghista di Umbertide

Il rendiconto di gestione presentato è un rendiconto che riguarda per la prima parte dell’anno la gestione del commissario prefettizio dott. Castrese De Rosa, al quale rivolgiamo gli auguri per il nuovo incarico in prefettura a Perugia.

Durante il periodo commissariale ci sono stati contributi dalla Regione Umbria per l’edilizia scolastica per € 2.393.500,00. Una attenta e prudente gestione del bilancio ha caratterizzato l’attività commissariale.

Da giugno l’amministrazione leghista è subentrata al commissario ma la sua azione è stata caratterizzata da immobilismo e incompetenza. Sono stati accesi mutui per € 657.332,00 che aggiunti a quelli previsti per il il 2019 (oltre un Milione di euro) andrà ad incidere sulle spese per gli investimenti.
4.148.425,75 di euro è l’ammontare del fondo crediti di dubbia esigibilità (e l’assessore al bilancio è lo stesso di prima).
Nel 2018 sono stati spesi 400.000,00€ per gli organi istituzionali e 0 euro per la ricerca e innovazione e le politiche per il lavoro e la formazione professionale.

Ringraziamo gli uffici per il lavoro svolto che mette in evidenza la qualità della struttura amministrativa del comune di Umbertide che è in grado di gestire l’ente pubblico anche in assenza di una guida politica. Ci si spinge ad affermare che la manovra effettuata per il 2019 avrà effetti benefici sul bilancio del comune, peccato che le 500.000 € di nuove tasse per l’aumento delle addizionionali IRPEF le pagheranno i cittadini.
Si stima che affidare tramite gara ad un soggetto privato diverso da Equitalia dovrebbe garantire maggiori entrate nella riscossione.

Sfugge a molti, purtroppo, che il problema reale e la difficoltà di cittadini e imprese in questo preciso momento aggravato dall’insipienza di un governo nazionale che mette a repentaglio i conti del Paese.
Ci sono MOROSI CHE CI MARCIANO (come ben sappiamo) e persone in gravi difficoltà. Cambiare il nome della società di riscossione pensiamo influirà ben poco ma prendiamo atto che almeno non si parla più di esternalizzare l’accertamento tributario per IMU, tasi, ecc..

In definitiva il rendiconto di gestione è un atto tecnico che in questo caso sopperisce all’assenza della politica che si è dimostrata in grado solo di aumentare le tasse agli umbertidesi.

PD Umbertide

Inchiesta sanità, interviene la segreteria regionale del PD

Inchiesta sanità, interviene la segreteria regionale del PD

Ogni tesserato, simpatizzante del Partito Democratico Umbro e ogni onesto cittadino è rimasto colpito e amareggiato dalle indagini in corso. In attesa che la giustizia compia il suo intero corso e che le responsabilità personali vengano accertate dalla magistratura perché, lo ricordiamo, il nostro è un partito dal DNA garantista e non giustizialista; noi vogliamo dire con chiarezza che tutti, giovani democratici e tutti coloro che si sono da sempre dedicati con passione e in maniera disinteressata alla vita politica della nostra comunità, si sono sentiti colpiti da questa vicenda, inclusi noi che siamo componenti della Segreteria Regionale.

Teniamo a precisare ai giovani candidati consiglieri di Bastia Umbra che la proposta della Segreteria Regionale del Partito Democratico nella sua composizione, è avvenuta a seguito di un congresso regionale recente e straordinariamente partecipato, è stata condivisa da tutte le anime presenti nel partito in prospettiva di una gestione collegiale e unitaria come ha dimostrato la nomina a Presidente dell’Assemblea Regionale dell’attuale Commissario Verini.

Siamo persone con nome e cognome, ognuna con la propria esperienza professionale, politica e amministrativa che all’interno del gruppo della Segreteria assieme a tanti altri colleghi in questi mesi, con spirito di coesione e servizio, senza distinzioni di sorta e di corrente, ereditando una situazione politica già molto complessa, si sono messe sin da subito al lavoro per ricostruire un tessuto politico sano e “riconnettersi” con i territori.
A seguito del Commissariamento del nostro partito regionale tutti gli organi “nominati” dal Segretario dimessosi sono automaticamente decaduti da Statuto, tranne l’Assemblea Regionale. Tuttavia il Commissario Walter Verini, nei suoi pieni poteri e nella sua piena autonomia gestionale, ha deciso legittimamente di continuare a convocare la Segreteria Regionale e la Direzione dimostrando di aver ben compreso la necessità di coesione e di prosecuzione del lavoro iniziato in vista delle imminenti scadenze elettorali.

Da giovani amministratori e semplici iscritti, studenti, professionisti, semplici lavoratori, “volontari della politica” – molti dei quali alla prima esperienza negli organismi regionali di partito – che stanno lavorando con passione, trasparenza e dedizione nei territori, impegnando tempo e cuore per i valori in cui credono; vogliamo rassicurare i giovani candidati consiglieri di Bastia Umbra, che un’altra politica c’è ed è possibile, con l’impegno, l’umiltà e lo spirito di collaborazione di tutti.

Il Partito Democratico differisce da tanti altri “partiti” o “movimenti” perché nasce dall’idea di una comunità che si confronta e dialoga nei propri ”luoghi democratici” e non sui social o sui giornali, ed è per questo che ci auguriamo, subito dopo le elezioni, venga dato spazio, nella sede legittima ed opportuna, ad un confronto sul futuro del nostro partito.
Ora tutti al lavoro, “pancia a terra”, per far conoscere le buone intenzioni e i validi contenuti dei programmi dei candidati sostenuti dal PD sui Comuni che andranno al voto.

FIRME

Letizia Guerri
Federica Lunghi
Domenico Caprini
Patrizia Cavalaglio
Francesco Lubello
Diego Pierotti
Francesco Rossi
Mario Zeno Rossi

Nota congiunta del Segretario Pd tifernate Mauro Mariangeli e del Capogruppo Pd Mirko Pescari

Nota congiunta del Segretario Pd tifernate Mauro Mariangeli e del Capogruppo Pd Mirko Pescari

Osserviamo con piacere che dall’ultimo comunicato, a firma di Marco Gasperi consigliere Comunale di Città di Castello del Movimento Cinque Stelle, in cui tratta il tema del compenso dei revisori contabili, il Consigliere risulta essere perfettamente allineato con la linea nazionale del suo partito, o movimento che dir si voglia, per cui «è tutta colpa del Pd».


Questa volta, però, il consigliere Gasperi ha fatto un po’ di confusione sul tema perchè «il disperato bisogno» di aumentare il compenso dei revisori contabili non è del Partito democratico di Città di Castello, bensì è del governo «gialloverde» che, con il decreto ministeriale del dicembre 2018 relativo alla determinazione del compenso base spettante ai revisori dei conti, ha fissato nuovi limiti, individuando il massimo a 18 mila Euro.


Al Pd tifernate interessa e come (a differenza di quello che dice il consigliere Gasperi) quanto devono pagare i propri concittadini: difatti pur adeguando i compensi precedenti dei revisori in base a quanto imposto dal decreto ministeriale (ministero che ricordiamo essere guidato proprio da Luigi Di Maio, esponente di primo piano del Movimento 5 Stelle) ha individuato il compenso per i revisori in 8 mila Euro per ciascun componente del Collegio e 12 mila Euro per il Presidente, al di sotto quindi della soglia di congruità indicata dal ministero (fissata ad Euro 12000).


Insomma, il Pd tifernate cerca di tutelare i cittadini anche nel caso in cui gli aumenti sono imposti dal governo centrale, come in questo caso. Una scelta di tutela, appunto, dei cittadini che lo stesso Movimento 5 Stelle pare non abbia certo a cuore né al governo centrale né dove amministra i Comuni.


Per dovere di cronaca, segnaliamo al consigliere Gasperi gli adeguamenti dei compensi di due Comuni a guida pentastellata: Cattolica e Livorno. Il comune di Cattolica (circa 17 mila abitanti) ha fissato la soglia ad 11mila 700 euro per i compensi del collegio dei revisori e a 16 mila 300 euro per quello del presidente. Stessa cosa per il comune di Livorno, che ha disposto un compenso per i componenti del Collegio dei revisori pari a 20 mila 700 euro e 31 mila per il Presidente. Insomma, non è sempre «colpa del Pd»: l’innalzamento è stato imposto dal decreto ministeriale. Anzi, il Partito democratico tifernate ha cercato d’incidere il meno possibile, indicando compensi al di sotto della soglia di congruità, a differenza dei “5 Stelle” che impongono aumenti dall’alto e dove amministrano dimostrano di avere, loro, un disperato bisogno di aumentare i compensi dei revisori dei conti.

Comunicato Stampa del Partito Democratico di Todi

Comunicato Stampa del Partito Democratico di Todi

partito democratico di todiMolti cittadini stanno segnalando su Facebook, anche con documentazioni fotografiche, lo stato di totale degrado del parco per bambini collocato nel quartiere Europa, in condizioni di così totale abbandono da costituire anche una potenziale fonte di pericolo per i bambini stessi.

Ciò si manifesta all’interno di un quadro amministrativo desolante per la nostra Città: la gestione delle manutenzioni risulta inefficace, come prima e più di prima, benché a bilancio siano stati previsti molti soldi pubblici; Todi continua ad essere allo sbando sotto ogni punto di vista, dalla gestione del centro storico a quella delle frazioni, a quello della proposta culturale priva di ogni innovazione e progetto qualitativo.

Il tutto condito sia da un menefreghismo amministrativo dedito soltanto alla perfezione dei selfie e della propaganda conservatrice sia dalla condivisione della più retriva politica nazionale, per altro scandita da prese di posizione reazionarie degli esponenti della destra che hanno impresso alla nostra Città una disdicevole immagine retrograda.

Proprio vero che, come dicono i nostri anziani, al peggio non c è mai fine …

A Todi il PD ed il Partito Socialista insieme contro il congresso mondiale delle famiglie

A Todi il PD ed il Partito Socialista insieme contro il congresso mondiale delle famiglie

Presentato un ordine del giorno contro il DDL Pillon di riforma del diritto di famiglia.

Il Congresso mondiale delle famiglie, ha visto la presenza, tra gli altri, di molti esponenti del governo italiano (Salvini, Bussetti, Fontana) e della destra più variegata (da Tajani a Forza Nuova, passando per Meloni).

È la “destra realizzata” di cui ha parlato spesso Ezio Mauro in questi mesi: una destra che predispone alleanze internazionali inquietanti (Orbàn, Kaczyński, circoli conservatori statunitensi etc), peraltro copiosamente finanziate a suon di rubli e di dollari. Cosa c’è dietro questa tre giorni di orgoglio reazionario, dove trovano piena cittadinanza aberrazioni come l’inutilità della contraccezione e la repressione penale dell’omosessualità?

Chiaramente una strategia volta a far retrocedere i diritti umani in materia di salute sessuale e riproduttiva anche nelle democrazie europee più avanzate, nel nome di una presunta “legge naturale”.

Con l’obiettivo, nemmeno poi così mascherato, di rovesciare le leggi esistenti in materia di diritti, legati alla sessualità e alla riproduzione, come il diritto alla contraccezione e all’interruzione volontaria di gravidanza, alle tecnologie di riproduzione assistita; la parità per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali o intersessuali (Lgbti) o il diritto di cambiare genere o sesso.

Il Congresso delle famiglie è un tassello fondamentale di questa strategia, centrata sull’alleanza con una moltitudine di governanti politici conservatori e sovranisti per sradicare delle vere e proprie conquiste di civiltà. Vanno in tal senso i vari disegni di legge presentati da alcuni parlamentari di destra in questa legislatura.

Oltre all’ormai tristemente conosciuto ddl Pillon sull’affido condiviso (sul quale il Partito Democratico, assieme al Partito Socialista, ha presentato in Consiglio Comunale di Todi un ordine del giorno), infatti, sono state depositate altre due proposte legge che destano allarme. La prima, alla Camera, in tema di “Disposizioni in materia di adozione del concepito”, per cui alla donna che intenda praticare l’aborto sarebbe data la possibilità di evitare l’interruzione di gravidanza «in considerazione dell’immediato inserimento del nascituro in una famiglia adottiva».

E subito ci viene spontaneo chiederci che differenza ci sia tra questa proposta e la gestazione per altri che questi politici denunciano un giorno sì e l’altro pure. La seconda, al Senato, dal senatore Gasparri di Forza Italia, che vuole modificare l’art. 1 del Codice Civile, proponendo di anticipare quella attribuzione di soggettività al momento del concepimento. In questo modo, de facto, qualsiasi interruzione della gravidanza diventerebbe un illecito da perseguire. Formalmente non si tocca la legge 194, che però viene svuotata della sostanza.
A fronte di questi rigurgiti reazionari e fondamentalisti, il Partito Democratico di Todi e il Partito Socialista si schierano con i giovani e le donne che riempiranno le strade di Verona il 30 marzo per affermare un semplice dato di fatto: famiglia è dove c’è amore. Vigileremo affinché non possa prendere ancora più piede un arretramento culturale e di civiltà che vuole riportare indietro le lancette della storia.

Gruppi Consiliari Partito Democratico e Partito Socialista