Terni, il Partito democratico: «Il sindaco si apra alla città o se ne vada»

Terni, il Partito democratico: «Il sindaco si apra alla città o se ne vada»

Il gruppo Dem: «Siamo preoccupati per la città, finora solo litigi in giunta»

partito democratico terni . PD Umbria«Il sindaco Latini dica la verità alla città oppure se ne vada: è chiaro ormai che non sta raccontando come vanno realmente le cose all’interno della sua giunta». Così il gruppo del Partito democratico attacca il primo cittadino di Terni Leonardo Latini e il suo esecutivo. Attacchi che arrivano da una conferenza stampa a cui hanno preso parte il segretario regionale Gianpiero Bocci, il senatore e segretariocomunale Leonardo Grimani, il deputato Walter Verini, il vicepresidente della giunta regionale Fabio Paparelli e i consiglieri comunali ternani, il capogruppo Francesco Filipponi, Tiziana De Angelis e Valdimiro Orsini.

L’attacco «In pochi mesi – ha spiegato Bocci nel suo intervento – il sindaco si ritrova con pezzi della maggioranza che dicono che questa amministrazione non solo non mantiene le promesse elettorali fatte, ma è senza idee e senza progetti per la città. Questo non lo dicono solo i consiglieri del Pd, ma anche i suoi stessi uomini, li stessi che dopo le elezioni erano visti come salvatori della patria e adesso invece lo stanno abbandonando». Il riferimento è all’ormai ex assessore al Bilancio Fabrizio Dominici, a cui Latini lunedì scorso ha ritirato le deleghe. «La città non merita questo teatrino e il sindaco si deve aprire, deve parlare alla città altrimenti se ne vada, i ternani non meritano tutto questo». «Manca una visione di città – ha spiegato Grimani – e noi esprimiamo tutta la nostra perplessità». «Sono bastati nove mesi di governo della Lega – spiega Paparelli – per certificare il fallimento delle loro mire. Salvini viene a Terni a farsi i selfie ma intanto non fa nulla per i 13 milioni del Piano periferie». «Questa giunta – ha detto la De Angelis – si caratterizza per una sciatteria e incompetenza che penalizzano la città. E di questo siamo preoccupati».

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