Cara Presidente,
la nostra disponibilità a collaborare nel pieno di quest’emergenza sanitaria, economica e sociale, era e rimane totale. Abbiamo creduto, fin dall’inizio, in una dialettica limpida, tra posizioni differenti, tesa a favorire un clima politico positivo, per superare insieme questo passaggio difficilissimo della nostra storia regionale. Pur non avendo ricevuto da Lei, ancora ad oggi, alcun segno concreto di disponibilità ad un confronto con le minoranze, continuiamo a ritenere che un’emergenza come quella che stiamo vivendo, richieda, come ribadito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, unità e senso delle istituzioni.
La responsabilità istituzionale ci ha guidato fin dalle prime fasi di approvazione del nuovo bilancio, allorquando ne abbiamo consentito, come noto, una celere approvazione, dando il via libera alle necessarie deroghe statutarie e regolamentari. Abbiamo espresso in quel contesto un voto di astensione, in attesa di poter discutere insieme una variazione di bilancio fondamentale per mettere a disposizione dei nostri concittadini risorse aggiuntive rispetto a quelle rese disponibili dal Governo nazionale. E lo abbiamo fatto coerentemente all’approvazione di un ordine del giorno unanime della massima assise regionale. Tutto ciò è, ancora oggi, ampiamente disatteso, compreso l’odg approvato da tutte le forze politiche, che impegnava la Giunta Regionale a tenere costantemente informati, condividendo idee e proposte, i rappresentanti istituzionali e le minoranze circa l’andamento della situazione emergenziale. Nonostante ciò, in queste settimane le abbiamo continuato a rappresentare, in vario modo e da più parti, la necessità di attivare una cabina di regia unitaria, con la partecipazione delle minoranze consiliari, così come accade a livello nazionale con il Presidente del consiglio Conte e come stanno già facendo altri presidenti di Regione, Bonaccini in primis, che ha stabilito perfino più incontri settimanali con le opposizioni, in cui si avanzano proposte e domande all’intera Giunta.
La condivisione senza condizionamenti o retropensieri, ci sembra il giusto modo di affrontare i problemi e gestire le cose. Abbiamo chiesto un luogo per partecipare alle scelte, dare suggerimenti, fare proposte e condividere le criticità per il bene dei cittadini umbri e per il futuro di questo Paese, di cui rappresentiamo, non solo geograficamente, il cuore più verde. Abbiamo avanzato sin dall’inizio proposte serie e concrete per l’emergenza sanitaria e per mettere in sicurezza tutti i nostri operatori della sanità, compresi i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, per riconoscere loro il valore del lavoro che stanno svolgendo; abbiamo lanciato l’allarme sulla gestione e sui rischi nelle RSA; proposto strutture residenziali per evitare gli isolamenti domiciliari con i familiari dei positivi; abbiamo avanzato proposte per allargare gli ammortizzatori sociali ad ogni forma di lavoro e di precariato oltre che per chiedere sicurezza totale per chi ogni giorno si reca al lavoro; abbiamo fatto proposte per le imprese piccole e medie, per il turismo, per gli artigiani e per i commercianti; abbiamo chiesto di garantire il diritto allo studio ad ogni studente; abbiamo offerto la nostra totale disponibilità ed avanzato idee per gestire l’inevitabile crisi economica e sociale che l’emergenza sanitaria globale genererà, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno.
Il nostro non era, e non è, un appello al consociativismo ma anzi il suo esatto contrario: un gesto di generosa disponibilità per condividere il peso delle scelte di un governo, politicamente e oggi anche istituzionalmente, distante da noi e dalla nostra concezione della politica, senza chiedere nulla in cambio, se non la possibilità di lavorare insieme per contrastare al meglio gli effetti di questa emergenza sanitaria, economica e sociale. Alla sua indifferenza, sin qui dimostrata, e alla supposta autosufficienza, intendiamo rispondere con questa lettera aperta, indirizzata a Lei e a tutti gli umbri. Un rinnovato appello di donne e di uomini che hanno scelto di servire le istituzioni democratiche regionali, perché sentono forte l’esigenza di spendersi per il bene comune. La politica non può più permettersi di erigere muri quando, nella società, si fa sempre più forte il bisogno di un’azione unitaria, pur nella diversità di vedute. Troviamo insieme un terreno comune di confronto, siamo ancora in tempo, accogliamo il monito che ci giunge dalle più alte cariche dello Stato. Lei sa bene che essere umbri, ovvero figli di una terra che ha forgiato in tutti noi una mite fierezza, porta con sé la responsabilità di lavorare con umiltà e determinazione anche in condizioni spesso avverse. Oggi come ieri, i nostri cittadini si aspettano, aldilà dei colori politici, una maggiore incisività e velocità nelle scelte, insieme ad un crescente bisogno di credere nelle capacità e nel lavoro di chi li rappresenta. Avvertiamo questa responsabilità e questa urgenza e vorremmo che, Lei per prima, dimostri di voler essere la Presidente di tutti, accogliendo il contributo di tutte le persone di buona volontà.
Segnalare criticità ed elargire consigli, avanzare proposte concrete, all’interno delle istituzioni in cui siamo stati democraticamente eletti, è un dovere morale ancor prima che politico, non va vissuto come lesa maestà. Il fatto di aver visto in diversi casi accolte, anche se non riconosciute, le nostre proposte sia in ambito sanitario che in quello economico, ci ha fatto solo piacere, a dimostrazione della positività dei nostri contributi. Non ci aspettavamo, né ci aspettiamo, un plauso da Lei, ma ci appare quantomeno ingenerosa questa sua indifferenza. Le abbiamo scritto, telefonato e l’abbiamo contattata a più riprese per sollecitare un incontro ma non abbiamo ricevuto neppure un segno di cortese risposta.
Per questo, sentiamo il dovere di rappresentare pubblicamente e direttamente ai cittadini umbri queste nostre posizioni perché possano comprendere fino in fondo la realtà dei fatti e trarne le loro conclusioni.