Appello al voto per le elezioni Europee di Camilla Laureti

Appello al voto per le elezioni Europee di Camilla Laureti

Eccoci qui, siamo alla fine di questa bellissima corsa, tra poche ore si vota per le Elezioni europee.

In queste settimane ho attraversato la nostra regione in lungo e in largo. Un viaggio intenso, fatto di realtà molto diverse: imprese e associazioni, scuole e centri anziani, esempi di accoglienza e situazioni difficili.

Ma è stato, soprattutto, un viaggio di volti, di idee, di luoghi.

Penso a Carla, che vive a Montone, uno dei nostri piccoli comuni, ma sa bene cosa è l’Europa e che mi ha riportato l’importanza di connettere i nostri borghi con il mondo, tra globale e locale. Penso ai lavoratori delle Acciaierie di Terni, preoccupati per il futuro dell’AST, che chiedono all’Europa di proteggere e rilanciare la nostra industria nell’economia globale. Penso ai ragazzi incontrati a Magione e Corciano e all’entusiasmo con cui mi hanno raccontato i loro Erasmus e che ci indicano la strada da seguire se vogliamo sentirci veramente cittadini europei. Penso ai volti dei lavoratori della ex-Merloni, che da anni chiedono certezze e futuro e che solo con l’Europa potranno ripartire grazie a fondi e progetti europei di riqualificazione. E, ancora, al senso di comunità che ho respirato a Gubbio nel giorno dei Ceri, una tradizione da difendere e valorizzare anche grazie all’Europa.

Un viaggio in cui ho incontrato energia e sorrisi e, magari solo pochi metri più in là, lacrime e rabbia.

Ovunque, però, ho trovato la voglia di esserci, di partecipare, di guardare avanti. Un’Italia europea, generosa e pronta a battersi, lontanissima dall’immagine di chiusura e sconforto che troppo spesso abbiamo.

Proprio per questo esco convinta della forza di questo territorio e della sua importanza per l’Europa.

Sì, perché l’Umbria – e con lei tutta l’Italia centrale, le Marche, il Lazio e la Toscana – è quella in cui si è costruita tanta parte della nostra identità di cittadini europei.

Basta pensarci.

È qui, in questo pezzo d’Italia, l’Europa dei santi e dei cammini, da San Benedetto a San Francesco.

È qui l’Europa della cultura, da Giacomo Leopardi a Leonardo Da Vinci.

È qui l’Europa della politica, da Machiavelli ad Altiero Spinelli, sino al filo che, dal confino di Ventotene, si dipana sino alla Roma del Trattato della Comunità.

Sono qui città d’arte e borghi, imprese innovative e tradizionali, Università e centri di ricerca, una rete forte e sorprendente dell’associazionismo insieme a manifestazioni culturali e festival che parlano al mondo.

Ed è con l’Europa che questa terra può ricominciare a crescere, cogliendo tutte le opportunità che si aprono per imprese, cittadini, associazioni: dai Fondi europei all’Erasmus, sino alle nuove misure che metteremo in piedi come l’indennità europea di disoccupazione.

Non c’è solo questo, però. Perché il patrimonio storico, economico e spirituale che abbiamo è quello che serve a ridare slancio ad una storia europea che vive oggi uno dei suoi passaggi più stretti.

Siamo, insomma, un’Italia che può aiutare l’Europa a cambiare: a renderla più vicina ai territori, più semplice nel rapporto con i cittadini, più solidale nella difesa dei diritti.

E più forte: in politica ed economia. Un’Europa che protegga i nostri interessi sul grande scacchiere internazionale e si contrapponga alle aggressioni politiche dei Trump e dei Putin. Un’Europa che si batta per un commercio internazionale senza dazi e che aiuti le nostre imprese a competere ad armi pari con le forze economiche di questo tempo.

Perché una cosa è chiara: gli Stati europei da soli non ce la faranno e chi, come Salvini, vuole un’Europa debole, vuole alla fine un’Italia debole.

La sfida davanti a noi è un’altra. Cambiare l’Europa e farla più vicina e più forte.

Perché un’Europa più forte vuole dire un’Italia più forte.

fac simile Laureti elezioni Europee 2019 Partito Democratico dell?Umbria