Gruppo Istruzione e Ricerca

Gruppo Istruzione e Ricerca

ARCHE – CONFERENZA PROGRAMMATICA PD UMBRIA
RESTITUZIONE GRUPPO 4 – Istruzione e ricerca

Istruzione – Scuola – Alta formazione – Diritto allo studio – Ricerca – Ricerca e trasferimento tecnologico e innovazione per l’impresa

La risposta italiana alle grandi crisi e ai cambiamenti sociali ed economici di questi ultimi vent’anni è andata nella direzione sbagliata: abbiamo tagliato su istruzione e ricerca e non abbiamo trasformato il nostro sistema produttivo, scegliendo la via della dequalificazione e della precarizzazione.

Il risultato è che oggi la nostra società è più diseguale e meno dinamica: la ricchezza non è cresciuta, ma è peggio distribuita tra classi sociali, territori e generazioni. L’Umbria non fa eccezione, ma anzi rappresenta l’esempio più lampante di questa situazione.

Pensiamo, quindi, che sia tempo di cambiare e di cominciare a farlo subito, sfruttando la grande occasione che Next Generation EU ci offre.

Il sapere è da sempre la chiave per la costruzione di società più giuste e, allo stesso tempo, per raggiungere i più alti livelli di sviluppo economico. Se la nostra regione vuole invertire il suo declino, deve investire in questo più che in ogni altro settore.

Per farlo è necessario impiegare risorse, intervenire sugli elementi strutturali del sistema e immaginare un nuovo progetto socioeconomico basato sull’alta qualificazione e la valorizzazione dei giovani.

Il tutto accompagnato da un modello di governance basato sul dialogo istituzionale e sociale, poiché si tratta di una questione che riguarda ogni grado di istruzione e formazione. Le istituzioni (Comuni, Province e Regione) devono giocare un ruolo decisivo per favorire sani processi di innovazione attraverso tavoli di concertazione e co-progettazione.

Nella fase istruttoria di questo Gruppo abbiamo individuato i principali ambiti di discussione e intervento, tracciando delle linee d’indirizzo. La finalità è quella di individuare le priorità programmatiche che il PD Umbria dovrà adottare su istruzione, università e ricerca.

FINANZIAMENTO

Qualsiasi intervento non può prescindere da una decisa inversione del trend di sotto finanziamento in cui si trovano scuola, università e ricerca da ormai troppo tempo. Sebbene il tema sia prevalentemente nazionale, le Regioni possono scegliere di investirvi in molti modi: si tratta, in primis, di compiere una scelta politica di indirizzo e, in secondo luogo, di definire progettualità, modalità e tempistiche di questo investimento.

STRUTTURE E COLLEGAMENTI

La prima priorità di investimento riguarda l’edilizia, le infrastrutture e la mobilità.

Occorre intervenire, innanzitutto, per mettere a norma le scuole, mentre in ambito universitario si pone il tema di adeguare gli spazi alla crescita degli iscritti. Ma si deve anche cogliere l’occasione per un investimento più ambizioso: ripensare gli spazi del sapere affinché siano funzionali alla didattica e alle esigenze di personale e studenti.

Ancora più urgente è il problema dei collegamenti. Il nostro territorio patisce ancora un deficit infrastrutturale mai del tutto sanato: spostarsi tra le varie aree della regione e, soprattutto, dalle periferie ai centri delle città, è un elemento critico che compromette l’accesso all’istruzione e la funzionalità del sistema. È necessario che la costruzione di nuove infrastrutture e la riqualificazione del sistema di mobilità siano orientate in quest’ottica: un sistema d’istruzione è tanto più efficace e inclusivo, quanto più è fruibile e accessibile anche a livello “fisico”.

ASILI NIDO

Con la Legge n. 107/2015, seguita da D.Lgs. n. 65/2017, l’asilo nido passa da servizio individuale a servizio educativo. La legge sancisce che l’educazione dei bambini inizia al momento della loro nascita e lo Stato si fa carico fin da subito della loro educazione.

Su questo settore c’è un impegno di spesa notevole da parte del Governo in quanto ritenuto volano di ripresa economica. È indispensabile promuovere la presenza sul territorio di asili nido pubblici, con gestione diretta, in grado di operare secondo criteri di qualità ed ai quali il settore privato possa fare riferimento per diversificare e allargare l’offerta.

DISPERSIONE SCOLASTICA, POVERTÀ EDUCATIVA, INCLUSIONE

L’impoverimento economico di ampi settori della società corrisponde a un analogo impoverimento educativo: laddove sussistono situazioni di disagio sociale ed economico la scuola spesso non arriva e questo poi si traduce in un potenziale crollo delle prospettive di vita. È il fallimento dello Stato nella sua missione più profonda. La Regione Umbria negli anni ha fatto molto su questo tema, ma molto c’è ancora da fare poiché la pandemia ha ulteriormente dilatato questo problema, mostrando come nella società digitale le condizioni materiali di vita accrescano la diseguaglianza.

Occorre allora rilanciare un robusto sistema di welfare di comunità, sostenere e potenziare il percorso 0/6, costruire progetti di prevenzione e recupero dell’abbandono scolastico e dei NEET attraverso Patti di Comunità, progetti di sostegno extra scolastico, con un’attenzione particolare al tema della salute mentale per infanzia e adolescenza.

DIRITTO ALLO STUDIO E SERVIZI

Il sistema di diritto allo studio e i servizi agli studenti rappresentano un ambito di investimento e intervento essenziale. A livello scolastico, l’Umbria oggi si limita a distribuire risorse nazionali senza prevedere particolari strumenti e investimenti propri. Eppure, la Regione potrebbe fare molto di più, lavorando insieme a Comuni e Province: intervenire sul sovradimensionamento delle classi (dette “classi pollaio”), abbattere i costi di trasporto perseguendo il modello di mobilità gratuita varato con successo in altre regioni e finanziare contributi e borse di studio per aggredire la povertà educativa.

In ambito universitario, il sistema di DSU (diritto allo studio universitario) regionale si mantiene ancora su alti livelli grazie alle borse di studio e ai servizi offerti dall’ADISU, insieme alle politiche in materia di contribuzione studentesca recentemente varate da UNIPG. Livelli non scontati che devono essere confermati: la priorità è mantenere la copertura totale delle borse di studio ADISU e confermare l’innalzamento della No Tax Area UNIPG.

Il trend di crescita delle iscrizioni, che può costituire un grande motore di sviluppo per tutto il territorio, deve essere sostenuto con altrettanti investimenti nel sistema di DSU, implementandolo e adeguandolo a una platea in aumento, ma anche intervenendo sui nuovi problemi che questo cambiamento comporta, su tutti la questione residenziale.

Sull’Università manca, a partire da Perugia e in tutte le sedi distaccate, la dimensione di città universitaria. Studenti e studentesse sono da tempo ospiti marginali: questo atteggiamento non fa bene alla città non fa bene alle e agli universitari. Affrontare il problema residenziale e degli affitti può essere un primo passo, che andrà necessariamente integrato alla dimensione della socialità e delle attività culturali. L’università non si riversa sulla città o viceversa: serve un proficuo scambio.

ORIENTAMENTO E LAVORO

È il punto nevralgico su cui intervenire: sul rapporto tra istruzione e lavoro l’Umbria si gioca il proprio futuro. In questo momento abbiamo un sistema economico che non produce sviluppo e una platea di giovani che emigrano per trovare occasioni migliori, quando non sono costretti ad abbassare le proprie aspettative. Questo modello non funziona: è ingiusto per le nuove generazioni, è disfunzionale perché non produce ricchezza per la società, è letale perché al declino economico si associa un incipiente calo demografico. Occorre quindi rovesciare il paradigma.

A questo devono associarsi interventi di potenziamento dell’orientamento scolastico e universitario e di riforma dei percorsi di alternanza scuola-lavoro, di tirocinio e post-laurea.

PERSONALE E FORMAZIONE

Una seria riflessione va fatta, ancora una volta, sul tema del reclutamento e su come la Regione possa intervenire, sebbene sia questione di carattere nazionale.

Certamente un investimento importante va programmato sul tema della formazione del personale, iniziale e di aggiornamento, poiché dal “fattore umano” dipende il mondo della conoscenza.

FORMAZIONE PROFESSIONALE

Nel quadro di sistema, un ruolo delicato lo gioca la Formazione Professionale: può essere elemento chiave per l’occupazione e lo sviluppo se collocata nel sistema con una funzione strategica ben definita e non sovrapposta ad altri percorsi.

RICERCA

Innanzitutto, occorre porre un argine alla piaga della precarietà nel mondo della ricerca pubblica.

Il settore della Ricerca è fondamentale dentro qualsiasi progetto di rilancio del territorio, specie se si ambisce a trasformare il modello produttivo. Riflettere sull’opportunità di finanziare dei progetti di ricerca strategici in ambito di collegamento università-territorio e finalizzati all’innovazione del sistema produttivo umbro. In questo contesto è indispensabile una maggiore propensione alla partecipazione e al finanziamento di progetti di ricerca da parte delle amministrazioni locali.

GOVERNANCE

Non solo investimenti, ma anche cambio di metodo nei processi decisionali: i profondi cambiamenti che proponiamo possono funzionare solo se definiti e perseguiti da tutti i soggetti coinvolti. Occorre quindi costruire forme di concertazione programmatica tra Istituzioni, parti sociali e attori del sistema d’istruzione e ricerca.

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