Gruppo Istruzione e Ricerca

Gruppo Istruzione e Ricerca

ARCHE – CONFERENZA PROGRAMMATICA PD UMBRIA
RESTITUZIONE GRUPPO 4 – Istruzione e ricerca

Istruzione – Scuola – Alta formazione – Diritto allo studio – Ricerca – Ricerca e trasferimento tecnologico e innovazione per l’impresa

La risposta italiana alle grandi crisi e ai cambiamenti sociali ed economici di questi ultimi vent’anni è andata nella direzione sbagliata: abbiamo tagliato su istruzione e ricerca e non abbiamo trasformato il nostro sistema produttivo, scegliendo la via della dequalificazione e della precarizzazione.

Il risultato è che oggi la nostra società è più diseguale e meno dinamica: la ricchezza non è cresciuta, ma è peggio distribuita tra classi sociali, territori e generazioni. L’Umbria non fa eccezione, ma anzi rappresenta l’esempio più lampante di questa situazione.

Pensiamo, quindi, che sia tempo di cambiare e di cominciare a farlo subito, sfruttando la grande occasione che Next Generation EU ci offre.

Il sapere è da sempre la chiave per la costruzione di società più giuste e, allo stesso tempo, per raggiungere i più alti livelli di sviluppo economico. Se la nostra regione vuole invertire il suo declino, deve investire in questo più che in ogni altro settore.

Per farlo è necessario impiegare risorse, intervenire sugli elementi strutturali del sistema e immaginare un nuovo progetto socioeconomico basato sull’alta qualificazione e la valorizzazione dei giovani.

Il tutto accompagnato da un modello di governance basato sul dialogo istituzionale e sociale, poiché si tratta di una questione che riguarda ogni grado di istruzione e formazione. Le istituzioni (Comuni, Province e Regione) devono giocare un ruolo decisivo per favorire sani processi di innovazione attraverso tavoli di concertazione e co-progettazione.

Nella fase istruttoria di questo Gruppo abbiamo individuato i principali ambiti di discussione e intervento, tracciando delle linee d’indirizzo. La finalità è quella di individuare le priorità programmatiche che il PD Umbria dovrà adottare su istruzione, università e ricerca.

FINANZIAMENTO

Qualsiasi intervento non può prescindere da una decisa inversione del trend di sotto finanziamento in cui si trovano scuola, università e ricerca da ormai troppo tempo. Sebbene il tema sia prevalentemente nazionale, le Regioni possono scegliere di investirvi in molti modi: si tratta, in primis, di compiere una scelta politica di indirizzo e, in secondo luogo, di definire progettualità, modalità e tempistiche di questo investimento.

STRUTTURE E COLLEGAMENTI

La prima priorità di investimento riguarda l’edilizia, le infrastrutture e la mobilità.

Occorre intervenire, innanzitutto, per mettere a norma le scuole, mentre in ambito universitario si pone il tema di adeguare gli spazi alla crescita degli iscritti. Ma si deve anche cogliere l’occasione per un investimento più ambizioso: ripensare gli spazi del sapere affinché siano funzionali alla didattica e alle esigenze di personale e studenti.

Ancora più urgente è il problema dei collegamenti. Il nostro territorio patisce ancora un deficit infrastrutturale mai del tutto sanato: spostarsi tra le varie aree della regione e, soprattutto, dalle periferie ai centri delle città, è un elemento critico che compromette l’accesso all’istruzione e la funzionalità del sistema. È necessario che la costruzione di nuove infrastrutture e la riqualificazione del sistema di mobilità siano orientate in quest’ottica: un sistema d’istruzione è tanto più efficace e inclusivo, quanto più è fruibile e accessibile anche a livello “fisico”.

ASILI NIDO

Con la Legge n. 107/2015, seguita da D.Lgs. n. 65/2017, l’asilo nido passa da servizio individuale a servizio educativo. La legge sancisce che l’educazione dei bambini inizia al momento della loro nascita e lo Stato si fa carico fin da subito della loro educazione.

Su questo settore c’è un impegno di spesa notevole da parte del Governo in quanto ritenuto volano di ripresa economica. È indispensabile promuovere la presenza sul territorio di asili nido pubblici, con gestione diretta, in grado di operare secondo criteri di qualità ed ai quali il settore privato possa fare riferimento per diversificare e allargare l’offerta.

DISPERSIONE SCOLASTICA, POVERTÀ EDUCATIVA, INCLUSIONE

L’impoverimento economico di ampi settori della società corrisponde a un analogo impoverimento educativo: laddove sussistono situazioni di disagio sociale ed economico la scuola spesso non arriva e questo poi si traduce in un potenziale crollo delle prospettive di vita. È il fallimento dello Stato nella sua missione più profonda. La Regione Umbria negli anni ha fatto molto su questo tema, ma molto c’è ancora da fare poiché la pandemia ha ulteriormente dilatato questo problema, mostrando come nella società digitale le condizioni materiali di vita accrescano la diseguaglianza.

Occorre allora rilanciare un robusto sistema di welfare di comunità, sostenere e potenziare il percorso 0/6, costruire progetti di prevenzione e recupero dell’abbandono scolastico e dei NEET attraverso Patti di Comunità, progetti di sostegno extra scolastico, con un’attenzione particolare al tema della salute mentale per infanzia e adolescenza.

DIRITTO ALLO STUDIO E SERVIZI

Il sistema di diritto allo studio e i servizi agli studenti rappresentano un ambito di investimento e intervento essenziale. A livello scolastico, l’Umbria oggi si limita a distribuire risorse nazionali senza prevedere particolari strumenti e investimenti propri. Eppure, la Regione potrebbe fare molto di più, lavorando insieme a Comuni e Province: intervenire sul sovradimensionamento delle classi (dette “classi pollaio”), abbattere i costi di trasporto perseguendo il modello di mobilità gratuita varato con successo in altre regioni e finanziare contributi e borse di studio per aggredire la povertà educativa.

In ambito universitario, il sistema di DSU (diritto allo studio universitario) regionale si mantiene ancora su alti livelli grazie alle borse di studio e ai servizi offerti dall’ADISU, insieme alle politiche in materia di contribuzione studentesca recentemente varate da UNIPG. Livelli non scontati che devono essere confermati: la priorità è mantenere la copertura totale delle borse di studio ADISU e confermare l’innalzamento della No Tax Area UNIPG.

Il trend di crescita delle iscrizioni, che può costituire un grande motore di sviluppo per tutto il territorio, deve essere sostenuto con altrettanti investimenti nel sistema di DSU, implementandolo e adeguandolo a una platea in aumento, ma anche intervenendo sui nuovi problemi che questo cambiamento comporta, su tutti la questione residenziale.

Sull’Università manca, a partire da Perugia e in tutte le sedi distaccate, la dimensione di città universitaria. Studenti e studentesse sono da tempo ospiti marginali: questo atteggiamento non fa bene alla città non fa bene alle e agli universitari. Affrontare il problema residenziale e degli affitti può essere un primo passo, che andrà necessariamente integrato alla dimensione della socialità e delle attività culturali. L’università non si riversa sulla città o viceversa: serve un proficuo scambio.

ORIENTAMENTO E LAVORO

È il punto nevralgico su cui intervenire: sul rapporto tra istruzione e lavoro l’Umbria si gioca il proprio futuro. In questo momento abbiamo un sistema economico che non produce sviluppo e una platea di giovani che emigrano per trovare occasioni migliori, quando non sono costretti ad abbassare le proprie aspettative. Questo modello non funziona: è ingiusto per le nuove generazioni, è disfunzionale perché non produce ricchezza per la società, è letale perché al declino economico si associa un incipiente calo demografico. Occorre quindi rovesciare il paradigma.

A questo devono associarsi interventi di potenziamento dell’orientamento scolastico e universitario e di riforma dei percorsi di alternanza scuola-lavoro, di tirocinio e post-laurea.

PERSONALE E FORMAZIONE

Una seria riflessione va fatta, ancora una volta, sul tema del reclutamento e su come la Regione possa intervenire, sebbene sia questione di carattere nazionale.

Certamente un investimento importante va programmato sul tema della formazione del personale, iniziale e di aggiornamento, poiché dal “fattore umano” dipende il mondo della conoscenza.

FORMAZIONE PROFESSIONALE

Nel quadro di sistema, un ruolo delicato lo gioca la Formazione Professionale: può essere elemento chiave per l’occupazione e lo sviluppo se collocata nel sistema con una funzione strategica ben definita e non sovrapposta ad altri percorsi.

RICERCA

Innanzitutto, occorre porre un argine alla piaga della precarietà nel mondo della ricerca pubblica.

Il settore della Ricerca è fondamentale dentro qualsiasi progetto di rilancio del territorio, specie se si ambisce a trasformare il modello produttivo. Riflettere sull’opportunità di finanziare dei progetti di ricerca strategici in ambito di collegamento università-territorio e finalizzati all’innovazione del sistema produttivo umbro. In questo contesto è indispensabile una maggiore propensione alla partecipazione e al finanziamento di progetti di ricerca da parte delle amministrazioni locali.

GOVERNANCE

Non solo investimenti, ma anche cambio di metodo nei processi decisionali: i profondi cambiamenti che proponiamo possono funzionare solo se definiti e perseguiti da tutti i soggetti coinvolti. Occorre quindi costruire forme di concertazione programmatica tra Istituzioni, parti sociali e attori del sistema d’istruzione e ricerca.

Gruppo Smart City

Gruppo Smart City

ARCHE – CONFERENZA PROGRAMMATICA PD UMBRIA
RESTITUZIONE GRUPPO 3 – Smart City

Infrastrutture fisiche e digitali – Intermodalità e logistica – Mobilità sostenibile – Città – Qualità urbana

Il Partito Democratico dell’Umbria che abbiamo in mente deve connotarsi, fra le altre, con alcune parole chiavi: CORAGGIO, TERRITORIO e QUALITA’ degli interventi. In tutti i campi e, a maggior ragione, in materia di infrastrutture.

Quel coraggio che ci è mancato, ad esempio, nel perdere decenni per l’individuazione del tracciato della E78.

Quel coraggio che impone scelte necessarie sia sull’alta velocità che sull’aeroporto, tali da considerare impossibili i continui investimenti pubblici sull’una e sull’altro, senza conseguire, nello stesso momento e allo stesso tempo, servizi efficienti per famiglie ed imprese.

Quel coraggio per conseguire una visione che molti hanno immaginato essere l’Umbria come “una città regione” in cui ci si muove insieme superando sterili discussioni, sovrapposizioni, immobilismo per un territorio competitivo e di qualità.

O ancora, e da ultimo, quel coraggio che ci ha portato, in tempi non sospetti, a costituire una società pubblica, “Umbria digitale”, per una mission strategica di diffusione delle reti tecnologiche nella nostra Regione per poi affidarla, come spesso ancora accade, al governo “condizionato” della politica e quindi incapace di svolgere e sviluppare il suo ruolo di impresa.

Per fare tutto ciò occorre una chiara visione, una politica territoriale che da tempo non esiste: in materia di infrastrutture (classiche e oggi ancor più urgente su quelle digitali), in quella legata all’urbanistica e in materia ambientale. Politiche che, partendo dai dati e dalla situazione attuale, immaginino il futuro per uno sviluppo pragmatico e sostenibile.

Le nuove strategie infrastrutturali e le nuove città dell’Umbria dovranno necessariamente tener conto delle mutate situazioni e abitudini post pandemia: la ricerca di uno spazio casa ampio, confortevole e sicuro; le diverse necessità di spostamenti in relazione allo sviluppo del lavoro agile, del commercio online, della formazione a distanza. In questo quadro e con un territorio definitivamente “connesso” si ridimensionano anche le distanze dal vivere in una piccola/media/grande città rispetto ai borghi storici. Riteniamo quindi che in materia di infrastrutture, si debba agire e interagire fra interventi “minori” e “principali”, di mobilità classica e dolce, e tali da incidere sullo sviluppo complessivo della nostra Regione.

Dopo i collegamenti su gomma realizzati con il versante adriatico del nostro Paese, l’Umbria deve completare definitivamente quello con la costa Tirrenica sia sul versante E78, che sulla qualificazione definitiva della E45. Su rotaia il raddoppio della Orte-Falconara e la velocizzazione della Foligno- Terontola sono gli obiettivi di breve termine sul ferro.

Alta velocità. Qualunque strada si intraprenda, che sia quella dell’aggancio all’alta velocità attraverso le stazioni esistenti Orte, Chiusi, Terontola, Arezzo, o quella dell’individuazione del sito di una nuova stazione (medio Etruria), è evidente che tali porte di accesso avranno bisogno di collegamenti veloci, efficienti, ripetuti durante la giornata e con tutti i territori umbri.

Aeroporto dell’Umbria. Occorre abbandonare definitivamente le linee di collegamento (standard) con Milano e/o Roma e concentrarsi invece su rotte low cost, non tanto e non solo per lo spostamento dei cittadini umbri, ma principalmente per l’incoming, sul modello dei collegamenti Perugia Londra. Occorre anche in questo caso potenziare l’accesso viario all’aeroporto e sviluppare sinergie fino alla cogestione con scali limitrofi e simili, ad esempio ad Ancona.

La mobilità perugina e dei territori limitrofi e forse, anche quella di altre città umbre passa inevitabilmente per l’integrazione ferro-gomma e in molti casi anche per sistema di mobilità alternativa, come ad esempio quella ciclabile.

Nello specifico, per la città di Perugia la metropolitana leggera (Corciano/Ponte San Giovanni-Collestrada), la riqualificazione della rete ex FCU e il minimetrò, potevano e possono rappresentare ancora oggi una riposta efficacie sia sul versante dello snellimento dei flussi viari, sia sull’impatto ambientale di una città incapace da sempre di sfruttare al meglio le due stazioni ferroviarie ubicate all’interno dei confini cittadini.

Un capoverso a sé merita la vicenda legata al Nodo di Perugia che ha un senso solo se realizzato per intero, con coraggio, determinazione e in sinergia con le realtà locali coinvolte.

Mobilità dolce e innovativa. Di chiaro interesse sono i sistemi di mobilità alimentati ad idrogeno, di cui già si parla per i prossimi convogli su rotaia nella tratta ex-FCU. Il territorio umbro può essere attraversato da molteplici percorsi adatti alla mobilità dolce, come il ciclo pedonale, sull’esempio della pista Spoleto-Norcia, di quella intorno al Trasimeno o ancora della “Chiugina” che collega Perugia a Chiusi. Occorre qualificare questi percorsi dal punto di vista dei servizi offerti lungo il tracciato e individuarne e realizzarne altri. Su questo tema è possibile anche costruire delle filiere di sviluppo territoriale, fra percorsi, produzione di mezzi utilizzati per gli spostamenti e imprese di servizi agli utenti.

Sulle reti digitali, occorre che la Regione svolga una funzione di regia sia sull’implementazione delle reti portanti fra le diverse città e aree industriali (le così dette zone nere e grigie), dove già oggi è molto avanzata la connessione, sia, a maggior ragione, anche nelle zone bianche, dove vi è assenza di previsione nello sviluppo di reti e dove il futuro è rappresentato dal 5G che presuppone la presenza molto fitta di antenne di diversi operatori. È ormai chiaro che una connessione di qualità capace di coprire l’intero territorio regionale rappresenta un fattore determinante per lo sviluppo territoriale e per il mantenimento e la valorizzazione dei piccoli borghi e delle attività presenti anche nelle zone più marginali – ma non per questo di minore importanza naturale e paesaggistica di cui è ricca la nostra Umbria -. Nelle città capoluogo di Perugia e Terni, dove la digitalizzazione è maggiormente sviluppata, diventa allora primario l’obiettivo smart city, per città che sappiano stare al passo con la rivoluzione digitale e sappiano rispondere in maniera rapida e positiva alle domande e alle richieste di chi la vive quotidianamente. Città che gestiscano le risorse in modo intelligente, che ambiscano a diventare economicamente sostenibile ed energeticamente autosufficiente, orientate a migliorare attraverso la tecnologia la qualità della vita delle persone.

Una riflessione la merita anche Umbria digitale. Il suo accorpamento, di questi giorni, in Umbria salute, di fatto mette la parola fine ad un attore poteva essere il protagonista fondamentale dello sviluppo di reti tecnologiche al servizio delle nostre imprese e delle nostre famiglie. Oggi, viene da chiedersi, se quest’agenzia possa svolger ancora un ruolo al fianco di soggetti privati e tecnologia 5G per una diffusione capillare di quei servizi innovativi che favorirebbero un balzo in avanti, in termini di qualità, dei servizi offerti della nostra Regione.

La qualità è un altro fattore imprescindibile nell’azione del nuovo Partito Democratico. Rispetto alla quantità deve rappresentare il nostro orizzonte in tutto quello che immaginiamo e realizziamo: se si immagina una pista ciclabile o una qualunque altra infrastruttura, dobbiamo realizzare la migliore pista ciclabile d’Italia altrimenti non saremmo competitivi con il resto del Paese.

Gruppo Rivoluzione Verde

Gruppo Rivoluzione Verde

ARCHE – CONFERENZA PROGRAMMATICA PD UMBRIA
RESTITUZIONE GRUPPO 2 – Rivoluzione verde

Economia circolare – Agricoltura sostenibile – Energie rinnovabili – Tutela del territorio

INTRODUZIONE

Parlare di Umbria “Verde” oggi non può semplicemente significare alludere alle sfumature cromatiche dei nostri paesaggi: per un raggiungimento pieno ed organico degli obiettivi di una rivoluzione verde e di una transizione ecologica, serve un profondo cambiamento utile a realizzare un percorso inclusivo e modernizzante del Paese, che favorisca l’economia circolare, lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile e un’agricoltura più sostenibile, volano di sviluppo economico per l’Umbria.

Siamo consapevoli del fatto che la crisi climatica espone a formidabili rischi un mondo sempre più frequentemente colpito da crisi sociali, economiche, politiche e sanitarie, e ciò impone a tutti, e in special modo a chi, come il Partito Democratico, si candida a guidare il campo progressista e, attraverso la sua classe dirigente e di amministratori, a cambiare il Paese, ad elaborare un’alternativa radicale al modo di produrre, di consumare e di distribuire. Tutto questo, per quanto ci riguarda, non può accadere se non nel quadro di un nuovo modello di sviluppo regionale che punti decisamente anche al superamento delle diseguaglianze tra i diversi territori.

Dobbiamo proseguire questo lavoro servendoci degli strumenti a nostra disposizione, come i forum permanenti e le Agorà volute dal segretario Letta, per promuovere una visione ed una logica di insieme che sia strategica, solidale ed Europea, capace di far emergere, su tutto, la dimensione sociale della transizione ecologica per un PNRR di ripresa e resilienza vera ed inclusiva.. condividiamo l’impegno di pensare all’agire rapidamente, in costante coordinamento con le associazioni di categoria e le associazioni ambientaliste che da sempre si spendono per affrontare queste crisi, insieme alla nostra Università, alle organizzazioni studentesche e ai giovani attivisti per l’ambiente, per elaborare una proposta che richiederà innovazione, collaborazione.

Sono necessari ed urgenti piani, misure e risorse per la Giusta Transizione, per pianificare ed affrontare la trasformazione del modello economico e produttivo senza che nessuno sia lasciato indietro. Per avere successo la transizione va guidata e indirizzata attraverso misure e strumenti incentivanti semplici e stabili, evitando interventi inutilmente punitivi, sia di tipo amministrativo che economico, che potrebbero radicalizzare le opposizioni ad una trasformazione non più rimandabile.

Viviamo in tempi difficili, dove spesso dietro la poca ragionevolezza si nascondono movimenti reazionari che non hanno a cuore il bene del Paese.

Il nostro impegno non può andare che in questa direzione.

COSA SIGNIFICA PER IL PD RIVOLUZIONE VERDE E CONTRASTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Nelle riflessioni del gruppo di lavoro sulla Rivoluzione Verde abbiamo affrontato, da numerosi punti di vista, il tema della crisi climatica e della transizione verde. Abbiamo parlato della scarsità d’acqua e del suo essere bene comune, della necessità di costruire resilienza, di rinnovare le infrastrutture, dell’importanza di investire in tecnologie pulite, di mettere in sicurezza il Trasimeno, degli assetti prioritari della montagna umbra, di costruire filiere di produzione sostenibili per l’agroalimentare che garantiscano la catena del valore, di turismo verde, di centri storici che si liberano dalle auto, di sentieristica che fa riscoprire il territorio e lo rilancia, della profonda necessità di garantire la tutela del paesaggio, l’accesso e la produzione di cibo e la riduzione e miglior gestione dei rifiuti.

Consapevoli degli evidenti rischi che comporta la crisi climatica, la transizione ecologica divenuta indispensabile, se bene indirizzata, presenta grandi opportunità di sviluppo e di crescita per le economie dei territori che sapranno coglierle in termini di spinta all’innovazione, di creazione di nuovi business, di nuovi e più qualificati lavori e di nuove professionalità, riuscendo nello stesso tempo a garantire la tutela del paesaggio e del patrimonio di biodiversità, culturale ed agronomico.

Condividiamo la comune preoccupazione e la comune percezione che il tema della crisi ambientale sia di fatto una comune minaccia esistenziale, una minaccia alla sicurezza ontologica delle nostre comunità.

GLI STRUMENTI

L’orizzonte oggi è costruire un’Umbria che possa essere esempio di una transizione ecologica dall’approccio olistico, capace di rispondere alle caratteristiche specifiche storiche di questo nostro tempo con strumenti, proprio come il PNRR, pensati per garantire il protagonismo dei territori, tutti, in una Regione “Area Interna” dove in troppi sono stati marginalizzati dalla progettazione nazionale e regionale. Ci impegniamo per un’Umbria più sana dove rivoluzione verde, tutela del paesaggio e delle risorse finite, miglioramento della salute delle comunità, creazione di opportunità di realizzazione personale e professionale e ripopolamento dei nostri borghi senza cementificazioni, possono avvenire contemporaneamente alla tutela della giustizia sociale e dei soggetti più fragili.

MOBILITÀ DOLCE E TURISMO GREEN

La mobilità dolce deve essere potenziata e pensata in chiave intermodale in quanto già oggetto di attrazione strategica in tutta Europa, permettendo anche una proficua valorizzazione dei borghi da un lato e l’alleggerimento delle Città dall’altro, dove la presenza di centri universitari e delle istituzioni Regionali richiede uno sforzo in più.

Le infrastrutture devono essere riqualificate affinché il potenziamento, e l’attrattiva, del turismo “green”, possano essere effettivi e profondamente integrati con i settori produttivi a partire da quello agricolo.

CULTURA SOSTENIBILE

Anche la cultura e le manifestazioni culturali della regione devono diventare sostenibili, esempi come quello del Festival della sostenibilità di Spoleto devono essere potenziati ed esportati nel resto della Regione.

AGRICOLTURA SOSTENIBILE

Per guardare all’agricoltura come terreno fertile per la transizione ecologica, bisogna, in primis, ragionare su quale è il modello di sviluppo che l’Umbria vuole adottare.

Bisogna fornire informazioni e strumenti che siano funzionali non soltanto a chi in questo settore ha fatto tanto e continua a contribuire con dimensioni e fatturati importanti, ma anche a quelle piccole e piccolissime imprese che in questi anni sono state lasciate fuori perché non in grado di poter “anticipare” quello che gli sarebbe poi stato richiesto e riconosciuto.

Bisogna, inoltre, capire quale sia l’equilibrio tra l’agricoltura industriale del nostro territorio, quella che guarda alla meccanizzazione dei processi, all’alta concimazione, alla competitività e l’Agricoltura “artigianale”, ovvero quella di cui sono protagonisti spesso giovani formati nei nostri istituti tecnici o nelle nostre università che invece gestiscono piccole imprese a carattere  multifunzionale in cui  si combinano attività di produzione, ma anche di trasformazione e commercializzazione di prodotti  con attività di carattere turistico e di difesa ambientale e che spesso si trovano in aree agricole collinari o montane.

Riconoscere il ruolo della filiera agroalimentare e dell’agro-ecologia nella bio-economia e nella lotta al cambiamento climatico, attraverso la diffusione di pratiche agro-zootecniche sostenibili e rigenerative, orientate all’aumento del contenuto di carbonio organico nei suoli, all’arresto della deforestazione, alla riduzione degli sprechi (anche alimentari), alla produzione di energia rinnovabile, alla tutela della biodiversità e alla diffusione di abitudini alimentari e di modelli di consumo consapevoli ed orientati verso prodotti rispondenti ai principi di neutralità climatica e di circolarità efficienti sotto il profilo dell’uso delle risorse.

Dobbiamo ragionare anche sull’equilibrio necessario e imprescindibile tra accesso al cibo, difesa del territorio, occupazione qualificata e la filiera del prezzo e della produzione, temi che una forza progressista come il Partito Democratico non può di certo dare per scontato.

DOMINI COLLETTIVI, PARTECIPATE E GESTIONE DELLE INFRASTRUTTURE

Occorre una ricognizione urgente dei “Domini Collettivi” e degli ambiti territoriali di “Uso Civico” per la programmazione di sviluppo del territorio e per poter risolvere annose questioni dei grandi bacini imbriferi la cui risorsa “acqua” deve essere adeguatamente tutelata.

La gestione delle acque pubbliche e delle infrastrutture, così come il tema delle acque minerali e del dissesto idrogeologico, sono questioni centrali per la nostra Regione sulle quali bisogna prendere decisione in discontinuità con il passato. C’è l’esigenza, reale e attuale, di unificare sul territorio regionale la gestione idrico-fognaria, garantendone – grazie a possibili economie di scala – un governo più efficiente e moderno.

Propedeutico a molte di queste misure è il necessario lavoro di ridimensionamento, più ampio ed armonico, delle società partecipate del settore, di cui serve sostenere con forza il controllo pubblico, che consentirebbe di andare oltre l’ordinarietà dei piani di sviluppo delle reti idriche, oggi sempre più legati a finanziamenti che gravano sull’utenza finale, per favorire investimenti strategici di lungo periodo perfettamente compatibili con la vocazione del PNRR. Tra questi si può citare la campagna di sostituzione delle condotte più desuete, protagoniste di immense perdite di risorse idriche, ma anche la realizzazione di forme stabili di accumulo di acqua potabile utilizzando impianti già esistenti e mettendoli in collegamento tra loro come fossero un grande sistema di vasi comunicanti. È in quest’ottica che deve trovare spazio l’investimento di allaccio del Trasimeno con la diga di Valfabbrica, salvando il quarto lago d’Italia dalle ricorrenti crisi idriche che ne minacciano l’esistenza.

SMART FARMING?

Servono poi figure professionali nella nostra regione capaci di essere facilitatori di questo percorso. In relazione al progetto dello “Smart Farming” presente nel PNRR della Giunta Tesei, bisogna evitare la proposizione di progetti “estranei e/o fuori scala” dal contesto regionale in considerazione del fatto che, peraltro, questi non trovano specifiche competenze né sul territorio e né all’interno dell’Università degli Studi di Perugia.

GREEN COMMUNITIES

Va approfondito anche il tema delle Green communities: aspetto che in Umbria non è stato affatto considerato nel PNRR, così come la questione del coordinamento tra il PSR e la PAC (da destinare di più alla produzione di qualità che all’indennizzo “a prescindere”), che al momento non è stato in alcun modo preso in considerazione.

Le comunità energetiche, che ormai sono spesso iniziative di piccoli comuni oltre che di privati, sono progetti di autonomia energetica territoriale che dovremmo analizzare e proporre per l’Umbria. Rendere efficienti gli edifici, di ogni genere e tipologia, deve essere un aspetto centrale su cui lavorare.

ACQUA PUBBLICA

La gestione delle acque pubbliche e delle infrastrutture, così come il tema delle acque minerali e del dissesto idrogeologico, sono questioni di enorme centralità per la nostra Regione sui quali bisogna prendere decisione in discontinuità con il passato. C’è l’esigenza, reale e attuale, di unificare sul territorio regionale la gestione idrico-fognaria, garantendone – grazie a possibili economie di scala – un governo più efficiente e moderno.

RIFIUTI

In tema di rifiuti bisogna convincersi – diversamente da quanto palesato nella proposta di PNRR della Giunta Tesei – che non ci si può più soltanto focalizzare sull’ampliamento delle discariche o sulle politiche volte alla filiera del rifiuto riciclabile, ma bisogna investire su interventi che favoriscano la riduzione del rifiuto e il suo riuso.

È necessario che l’Umbria migliori i propri impianti di trattamento meccanico-biologico affinché possano avere un’efficienza e una capacità tale da ridurre al massimo il conferimento in discarica. Si ritiene imprescindibile aumentare i livelli complessivi di differenziata e di recupero, anche attraverso piccoli impianti di smaltimento, isole ecologiche, diffusi centri di recupero e riuso dei RAE e di altri rifiuti altrimenti destinati all’indifferenziata. Sulla raccolta porta a porta si dovrà trovare un corretto equilibrio tra costi del servizio e conseguente rischio di ulteriori aumenti tariffari, e l’ineludibile necessità di avere un livello di differenziata e riuso alti sia percentualmente che qualitativamente.

ARTIGIANATO DEL RECUPERO

L’Umbria deve abbracciare l’idea di essere un laboratorio dell’artigianato di recupero d’Italia: pensiamoci e lavoriamo a questa proposta che vuol dire costruire un perimetro di alternativa credibile a ciò che, anche per motivi storici, si è detto fino ad ora. Più in generale, l’Umbria deve pensare al suo sviluppo e all’applicazione dei nuovi strumenti di crescita in maniera trasparente e accessibile, di modo da favorire il protagonismo di tutti i territori, nessuno escluso.

IMPRESE GREEN

Per questo servirà attuare una pianificazione di medio-lungo termine per singoli settori produttivi, nell’ambito della quale venga valutato l’impatto delle scelte su imprese e lavoratori di modo da definire i mezzi e gli strumenti per attenuarne i potenziali effetti negativi e per salvaguardare il tessuto produttivo, ambientale, culturale e paesaggistico. Imprese e lavoratori dovranno essere adeguatamente coinvolti e rappresentati in tutti i consessi, nazionali e locali, in cui vengono prese decisioni rilevanti in tema di transizione energetica basata su un approccio inclusivo e partecipativo, che coinvolga nella selezione e nella valutazione delle misure di attuazione e delle eventuali misure compensative, i cittadini, le comunità, le associazioni e in generale tutti i portatori di interesse, specialmente di coloro i quali potrebbero subire gli effetti negativi di tali misure.

CONCLUSIONE

La rivoluzione culturale necessaria per la transizione verde può passare per una distribuzione intelligente delle risorse del PNRR che devono essere utilizzate per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei, a partire dallo sviluppo delle FER, in particolare spostando i consumi verso l’elettrificazione nella mobilità, nel riscaldamento, nell’efficienza energetica, in ogni settore. Nessun progetto che provochi danni sul clima deve essere finanziato: serve una graduale eliminazione dei Sussidi riconosciuti come ambientalmente dannosi per trasformarli in Sussidi ambientalmente favorevoli e in investimenti per supportare le filiere verdi e sostenibili. Dobbiamo impegnarci affinché l’Ecobonus diventi strutturale, prorogato almeno fino al 2025 e semplificato.

Gruppo Sviluppo – Innovazione – Cultura

Gruppo Sviluppo – Innovazione – Cultura

ARCHE – CONFERENZA PROGRAMMATICA PD UMBRIA
RESTITUZIONE GRUPPO 1 – Sviluppo, innovazione e cultura

Digitalizzazione, innovazione e semplificazione PA – Cultura e turismo – Europa – Digitalizzazione e innovazione sistema produttivo – PMI – Internazionalizzazione – Competitività – Sviluppo economico

Come Partito Democratico dell’Umbria dobbiamo avere una visione chiara di modello di sviluppo del territorio, un’idea precisa e complessiva e non più a comparti singoli, perché tutto è interconnesso e funziona solo se portato avanti in maniera complementare e sinergica. Dobbiamo lavorare per una società moderna, con buone basi culturali, efficiente nel lavoro, che punti all’aumento della produttività e, di pari passo, delle retribuzioni, con una burocrazia più snella e una visione che abbia come obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei cittadini.

La pandemia ha pesantemente impattato sul sistema Umbria, nei settori dell’impresa, del turismo e della cultura, aggravando la nostra fragile economia, che già in epoca pre-pandemica era stata pesantemente colpita dalla crisi economico-finanziaria del 2008, mostrando grandi difficoltà anche nella fase di ripresa.

IMPRESE E SVILUPPO

Le dinamiche in atto nel sistema produttivo della nostra regione evidenziano processi di spiccato dualismo. Da una parte un gruppo ristretto d’imprese che hanno agganciato una fase di ulteriore sviluppo, che sono spesso a capo di filiere aperte alla competizione internazionale e in grado di trovare importanti capitali per gli investimenti strategici. Questo gruppo d’imprese ricomprende, accanto alle tradizionali imprese della meccanica, del tessile e dell’abbigliamento, le nuove realtà operanti nella filiera dell’elettronica e dell’informatica applicata al settore automotive, così come nella trasformazione agricola di prodotti industriali. In questo gruppo d’imprese, inoltre, anche se spesso poco ricordate, ci sono importanti aziende operanti nel comparto della distribuzione organizzata, dei servizi alla comunità e alla persona che in alcuni casi costituiscono eccellenze nazionali.

Dall’altra parte rileviamo un gruppo assai folto d’imprese che presenta ritardi nella crescita, un basso tasso d’innovazione ed una struttura finanziaria fragile che impedisce un adeguato accesso al credito. In tal senso, le politiche di sostegno allo sviluppo delle imprese debbono avere la capacità di adattarsi alle evoluzioni in atto sul mercato, che nell’orizzonte temporale dei programmi comunitari (di minimo 10 anni) vede succedersi cambiamenti epocali sull’evoluzione dei settori industriali e nei protagonisti imprenditoriali.

Occorre, perciò, valorizzare la progettazione degli strumenti d’intervento ed aiuto alle imprese, nonché la loro intrinseca capacità di adattamento alle mutazioni del mercato, introducendo logiche di valutazione in grado di apprezzare la qualità dei progetti imprenditoriali proposti, anche al dì fuori di schemi programmatori che spesso possono risultare datati. Per un tale salto di qualità serve una capacità amministrativa che sappia progettare strumenti in grado di adattarsi alle evoluzioni in atto, implementandoli in tempi ragionevoli, con bandi appropriati e non scollati dalla realtà e con tempi adeguati.

FORMAZIONE ED INNOVAZIONE PA

Fondamentale sarà quindi anche la formazione sia nella PA, che sempre di più interagisce con l’impresa, sia nell’impresa stessa, cogliendo quelli che sono le opportunità dell’industria 4.0. La media impresa competitiva ha bisogno di un tessuto efficiente in grado di supportarla nella crescita.

Il comparto delle costruzioni ha costituito per anni un volano importante di crescita del PIL e dell’occupazione. Oggi lo strumento del “110” va sfruttato come chiave di volta per la ripresa del settore, ma va ampiamente focalizzato l’obiettivo sulla macchina pubblica, che deve essere dotata degli strumenti adeguati ed essere messa nelle condizioni di supportare le imprese dal punto di vista burocratico.

COLLABORAZIONE TRA IMPRESE ED UNIVERSITA’

L’Umbria è una Regione con un significativo ed affermato polo universitario. Le imprese umbre sono caratterizzate, salvo poche eccezioni, da una dimensione medio piccola, e nutrono la costante esigenza di fare un salto avanti nel campo dell’innovazione, sia del prodotto che del processo. L’integrazione, e interazione, tra questi due mondi costituisce l’asse portante di una collaborazione che deve coinvolgere in modo dinamico anche il mondo associativo, con strumenti che siano strutturalmente dedicati a queste attività. Occorre coinvolgere in questo processo le Università, le Camere di Commercio e tutti gli attori locali interessati al processo, in una logica di attiva pianificazione dal basso. Fornire un forte supporto agli Enti Locali che, pur non dotati delle necessarie competenze, sono gli interlocutori primari di qualunque iniziativa economica e sociale nel territorio, è una prerogativa essenziale.

INFRASTRUTTURE

Fondamentali sono le reti infrastrutturali, in modo particolare sul fronte della mobilità. Solo attraverso una mobilità accessibile il territorio, nelle sue variegate forme di impresa, riuscirà ad evolvere e svilupparsi. Parliamo di infrastrutture su rotaia, ma anche di strade e collegamenti con i nodi centrali.

Non da meno la rete idrica regionale deve vedere completarsi il lavoro di ristrutturazione vista l’elevata età media degli acquedotti umbri ed il livello delle predite di rete. Si tratta di interventi cruciali anche nell’ottica dell’economia circolare vista l’importanza di ridurre gli tutte le tipologie di sprechi.

ACCESSO AL CREDITO E AI CAPITALI PER LO SVILUPPO

Aumentare la disponibilità del credito ed introdurre norme di salvaguardia del patrimonio. Occorre che le iniziative di Recovery e le risorse dei fondi strutturali POR e PSR siano il più possibile progettate nell’ottica di strumenti finanziari che combinino capitali privati e pubblici. Il tutto da integrare lungo le direttrici d’intervento del Recovery e della pianificazione regionale.

TURISMO E CULTURA

Il turismo è una parte fondamentale, insieme a manifatturiero, agricoltura e tessile, del fronte impresa della Regione. Anche il comparto del turismo costituisce un segmento fondamentale della crescita regionale. Un settore fortemente penalizzato dalla pandemia. Occorre riprendere un’azione dinamica di promozione del territorio regionale destinando maggiori risorse ed attivando competenze specialistiche. In tale contesto l’esperienza delle due ultime stagioni estive afflitte dalla pandemia ha portato gli italiani, ed in genere gli europei, a riscoprire il fascino dei nostri territori, che per conformazione orografica e per strutture ricettive diffuse, appaiono le più adatte a recepire le esigenze di un turismo che vuole evitare gli affollamenti, che apprezza le bellezze artistiche diffuse nei nostri paesi e città e si proporne la ricerca di nuovi giacimenti gastronomici.  Valgono, anche per questo settore, tutte le dinamiche che sono state elencate per le imprese: infrastrutture, supporto agli enti locali, accesso al credito ecc.

Non ultimo, serve sostenere e agevolare tutti i Centri di aggregazione, per favorire la socialità, lo sviluppo culturale, soprattutto in merito ai giovani, che più di altri hanno sofferto le chiusure della pandemia.

“Non dimenticheremo il suo amore per l’Europa e le sue battaglie per una società più giusta”, così Bori ricorda Sassoli

“Non dimenticheremo il suo amore per l’Europa e le sue battaglie per una società più giusta”, così Bori ricorda Sassoli

“L’improvvisa scomparsa di David Sassoli è motivo di profondo dolore per noi e rappresenta una grande perdita per la politica, per le istituzioni e per il Paese. Se ne va un uomo onesto e perbene, un militante appassionato, preparato, attento, un uomo delle istituzioni, che ha sempre onorato il suo impegno con spessore e grande decoro. Valori saldi e grandi ideali hanno sempre guidato la sua vita e la sua azione pubblica, orientata con coerenza, lealtà e profondo rispetto, alla difesa dei più deboli e alla salvaguardia del bene comune. L’umiltà, l’educazione e la gentilezza facevano l’uomo. Non dimenticheremo il suo legame con l’Umbria, che ha cementato in ogni occasione possibile. Lo scorso 25 aprile era con noi a onorare la memoria dei Partigiani. Non dimenticheremo il suo amore per l’Europa e le sue battaglie per una società più giusta. Non dimenticheremo l’esempio, che ci testimonia come si dovrebbe rappresentare con orizzonti chiari e con responsabilità il compito di rappresentare i cittadini”. Così, in una nota, il segretario del Pd Umbria Tommaso Bori

Agorà sulla Questione Generazionale: “Diritti al Futuro – Next Generation Pd”

Agorà sulla Questione Generazionale: “Diritti al Futuro – Next Generation Pd”

Da trent’anni oramai la tendenza è chiara: nonostante siano sempre più formate e qualificate, le nuove generazioni sono anche sempre più povere, sempre più precarie, sempre più escluse. Siamo costretti a lavorare mentre studiamo, non per fare esperienza ma per mantenerci; siamo costretti a decenni di precariato senza la certezza di prospettive soddisfacenti; siamo costretti a scegliere spesso tra la fuga dalle nostre terre oppure rassegnarci ad abbandonare le nostre aspirazioni.

Noi siamo la prima generazione dal Dopoguerra che sarà più povera di quella che l’ha preceduta.

La nostra, insomma, sembra essere una generazione condannata al declino.

Una generazione frustrata sia nelle condizioni materiali ed esistenziali, che nella concreta speranza di realizzare una vita piena.

Una generazione rassegnata ad un futuro peggiore per sé e per il mondo in cui viviamo. Eppure, allo stesso tempo, siamo anche una generazione potenzialmente rivoluzionaria, perché possiede un bagaglio sorprendente di energie e capacità innovative, insieme a una innata sensibilità per le sorti del pianeta e per la costruzione di una società più inclusiva.

Ma la questione generazionale, oggi, non riguarda soltanto i giovani: è alla base dell’eccessivo tasso di invecchiamento, è tra le cause indirette del deficit strutturale di produttività del nostro sistema economico ed è il principale sintomo della profonda e intollerabile immobilità sociale della nostra società.

Come può una Regione pensare di avere un futuro migliore se non affronta questo problema? Il presente e il futuro dei giovani riguardano tutte e tutti. Ecco cosa vogliamo ed ecco di cosa abbiamo bisogno: la nostra causa è l’emancipazione di questa generazione per costruire un mondo più giusto.

Lanciamo dunque un appello a tutta la comunità democratica: facciamo della battaglia generazionale una lotta di tutto il Partito Democratico.

Significa schierarci concretamente dalla parte dei giovani.

Significa proporre politiche a favore dei loro bisogni concreti e sostenerle fino in fondo. Significa costruire un nuovo modello di welfare in grado di includere le nuove generazioni attraverso servizi pubblici su misura, protezione sociale e opportunità di lavoro.

Ma significa anche ricostruire processi di trasferimento del potere e delle responsabilità tra generazioni, dando ai giovani strumenti e spazio politico reale per realizzare un rinnovamento vero e sano della classe dirigente.

Su queste idee abbiamo costruito una grande Agorà sulla Questione Generazionale: “Diritti al Futuro – Next Generation Pd”.

Si terrà Domenica 19 dicembre a Perugia alle ore 15 presso la Sala del Consiglio del Palazzo della Provincia e sarà promossa dai Giovani Democratici e dal Partito Democratico dell’Umbria. Lo faremo coinvolgendo le federazioni di tutto il centro Italia, i rappresentanti del mondo giovanile e studentesco, del lavoro e della società, chiamati a raccolta per parlare dei “diritti al futuro” per i giovani: diritto al lavoro, diritto alla casa, diritto al welfare, alla mobilità, allo studio, alla partecipazione.

Da lì lanceremo la nostra sfida per l’Umbria e per l’Italia: cambiare il presente per costruire il futuro.

 

Futuro Ast: il Pd lancia l’Agorà dell’Acciaio, a Terni anche Letta e Orlando

Futuro Ast: il Pd lancia l’Agorà dell’Acciaio, a Terni anche Letta e Orlando

“Strategie per la siderurgia italiana” è il titolo dell’Agorà promossa dal Partito Democratico di Terni e dell’Umbria in programma giovedì 18 novembre all’Auditorium Gazzoli di Terni. Hanno confermato la loro presenza il segretario Enrico Letta, il ministro Andrea Orlando, il senatore Antonio Misiani, l’onorevole Giuseppe Provenzano, le viceministre Alessandra Todde e Anna Ascani, gli eurodeputati Benifei, Bonafè e Smeriglio, Errani e Latino di Articolo 1, Francesca Re David e Vittorio D’Alò di Fiom-Cgil e Fim-Cisl, rappresentanti del Pd di Taranto e Piombino, della dirigenza Ast, dei vertici locali del sindacato. “Proprio oggi che la giunta leghista dell’Umbria conferma la sua inerzia su un tema tanto centrale per la regione e per il Paese – sottolinea il segretario regionale Tommaso Bori – c’è bisogno di chiamare all’impegno la comunità umbra. La siderurgia rappresenta, senza ombra di dubbio, un settore strategico per l’industria italiana e per lo sviluppo del Paese, che richiama questioni prioritarie sulle politiche industriali e sulla sostenibilità, sulla transizione ecologica e sul lavoro, sulle infrastrutture e sulla qualità delle produzioni, sulla competitività e sul rilancio della manifattura. Acciai Speciali Terni, per la nostra regione e non solo, rappresenta un patrimonio di eccellenza e di avanguardia per modelli di produzione, per qualità, per circolarità, per sostenibilità. Solo attraverso l’elaborazione di una strategia nazionale è possibile sostenere e rilanciare la competitività della siderurgia umbra insieme a quella italiana”.

Bori su Ddl Zan: “Affossarlo è uno schiaffo alla società italiana. Continueremo la battaglia per i diritti dentro e fuori le istituzioni”

Bori su Ddl Zan: “Affossarlo è uno schiaffo alla società italiana. Continueremo la battaglia per i diritti dentro e fuori le istituzioni”

“Come ha detto bene il segretario nazionale del PD Enrico Letta affossare il Ddl Zan è uno schiaffo alla società italiana, per questo mi sento di affermare che oggi si è scritta una delle pagine più brutte di questa legislatura”: E’ quanto dichiara in una nota il Segretario regionale PD Tommaso Bori. “Quanti, anche tra le fila del centro sinistra – sottolinea il segretario Dem – hanno impedito al Paese di compiere un significativo passo in avanti in termini di diritti e di civiltà, dovrebbero vergognarsi per aver tradito le speranze della maggioranza degli italiani. Il voto segreto ha svelato quanto certa politica, al di là delle posizioni di facciata, sia ancora lontana dalla vita reale dei cittadini”. “Questi ignobili giochetti di palazzo – conclude – funzionali solo a sostenere le posizioni più conservatrici e retrograde della società, oggi hanno impedito di fare dell’Italia un Paese più aperto e più giusto. Per questo continueremo a dare battaglia, dentro e fuori le istituzioni, fin quando i principi del Ddl Zan non saranno affermati nel nostro ordinamento a tutela dei diritti e contro le discriminazioni”.

“Sanità pubblica: la salute di tutti e per tutti”. Domani la terza agorà del Pd Umbria

“Sanità pubblica: la salute di tutti e per tutti”. Domani la terza agorà del Pd Umbria

Riflettori accesi sulla sanità pubblica e universalistica con l’Agorà “La salute di tutti e per tutti”, promossa e organizzata dal Pd Umbria e in programma domani, venerdì 22 ottobre, alle 17.30 sulla piattaforma zoom. “In un momento come questo, in cui la pandemia ha messo sotto pressione il nostro sistema sanitario mostrandone le potenzialità e le capacità assieme ai limiti e alle mancanze – sottolinea il segretario regionale Tommaso Bori – sentiamo la necessità di aprire una discussione profonda e autentica sulla sanità pubblica e sull’importanza di ripensarla in una dimensione di prossimità e di renderla più efficiente, digitalizzata, sostenibile, capace di rispondere alle nuove esigenze, di rimettere al centro il paziente restituendo dignità e forza alla sua vocazione universalistica”. Ci saranno l’onorevole Sandra Zampa, responsabile nazionale Sanità del Partito Democratico, Elena Carnevali, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera, Paola Boldrini, vicepresidente Commissione Sanità al Senato e Stefano Ferretti Manai, responsabile Formazione sanitaria del Partito Democratico. Porterà un contributo il professor Fabrizio Stracci, responsabile della Sezione di Igiene e Sanità Pubblica – Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Perugia, e parteciperanno soggetti politici, sindacali, della società civile e del mondo della sanità. “Avremo modo – ancora Bori – di riflettere sulla situazione sanitaria in Umbria e sulle scelte della giunta regionale a trazione leghista che, in opposizione alla missione Salute del Pnrr, sta mettendo in atto un processo di privatizzazione.
Sta a noi combattere con determinazione per difendere il diritto alla salute e la sanità pubblica e universalistica”.

Amministrative, Bori: “Un trionfo senza trionfalismi”

Amministrative, Bori: “Un trionfo senza trionfalismi”

Le amministrative, in Italia e in Umbria, sono state un trionfo senza trionfalismi. Il voto ha premiato un lavoro silenzioso, orientato a tessere e costruire, non a portare messaggi roboanti e conflittualità”. Lo ha detto stamani, in conferenza stampa, il segretario regionale Pd Tommaso Bori, che ha spiegato: “Abbiamo vinto, il Pd è uscito dalle ztl ed è tornato tra le persone. Dopo anni di insuccessi per il campo progressista, che hanno portato il centrodestra a trazione leghista al governo in Regione e in molte città, abbiamo praticato un cambio di rotta notevole. Oggi c’è un punto di rottura, un cambiamento forte e netto su cui vogliamo coltivare la svolta per il futuro dell’Umbria. Non c’è, evidentemente, solo una vittoria su larga scala, ma c’è una vittoria che si fonda su un solido spirito di squadra e contenuti.
Merito anche di un nuovo Pd, che è tornato in campo con organismi legittimati e persone che hanno voglia di futuro, che si è messo al servizio delle comunità e che con coraggio e umiltà si è fatto regista, protagonista e architrave di un nuovo modo di guardare alla coalizione: un noi che cresce sui progetti, non un cartello a scopo elettorale.
Ora, il compito più arduo: convincere gli astenuti praticando ascolto, condivisione dei progetti a partire dai territori, buona amministrazione e buon politica.
In cima alla lista delle cose da fare c’è coltivare il campo del centrosinistra, tenendo unita la coalizione in maniera permanente per affrontare le questioni più urgenti ed elaborare soluzioni possibili, con l’obiettivo di costruire prospettive di un futuro migliore per l’Umbria, uscendo dall’angolo della rassegnazione.
La destra al governo ha dimostrato di essere arrogante e incapace: sui servizi, sul lavoro, sul sociale, sull’ambiente non c’è visione. La litigiosità e i posizionamenti personali delle giunte non sono garanzia per i cittadini.
Tocca a noi lavorare insieme, per vincere uniti e non perdere divisi, per dare a questa regione il futuro che merita