PERUGIA – “Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua”. È prendendo in prestito le parole di Bertold Brecht che Tommaso Bori, nel giorno dell’assemblea che lo ha proclamato segretario, ha voluto lanciare una chiamata all’impegno e alla mobilitazione a tutti i dem dell’Umbria. A quanti “esitano” ha chiesto scusa, a nome del Pd. “Per lo smarrimento, per la delusione, ma anche per aver frustrato la grande voglia di riscatto” di una comunità, smettendo di essere riferimento credibile e affidabile. “Oggi siamo una comunità ridotta – ha detto – che si è combattuta, anche duramente, ma che deve risollevarsi. Per questo dobbiamo essere al lavoro da subito, insieme, per lavorare sul dissenso crescente nei confronti di questo governo regionale e trasformarlo in consenso per noi. Una sfida difficile ma che deve vederci tutti mobilitati per il bene dell’Umbria. Dobbiamo essere una comunità che lavora insieme e costruire una vera alternativa, sapendo che le vittorie e le sconfitte sono le vittorie e le sconfitte di tutti”. Un vero e proprio appello all’unità, quello di Bori, che dopo le tensioni del congresso ha voluto che la prima assemblea regionale rappresentasse un momento di riconciliazione, un primo punto per una ripartenza. Anche per questo erano invitati anche tutti i candidati delle liste che si sono ritirate. All’ordine del giorno una “nuova stagione” per il Pd, da aprire con la consapevolezza che “bisogna cambiare”, non le persone, ma il partito. Prima di tutto rafforzando la sua organizzazione, sulla quale sarà impegnato un dipartimento per mettere a valore le grandi risorse diffuse sul territorio e ricostruire dove le difficoltà sono più evidenti. Quindi rafforzando la capacità di comunicare, con l’ambizione di diventare un laboratorio nazionale. “Sarà importante – secondo Bori – anche riprendere con forza un impegno sulla formazione di qualità e non lasciare soli gli amministratori”. “Avere la tessera in tasca dovrà rappresentare un valore” attraverso la partecipazione e il dialogo, fondamentali per una nuova visione per l’Umbria. “Abbiamo la responsabilità di isolare i populismi – ancora Bori – che lucrano sui problemi senza risolverli. Noi vogliamo rappresentare una speranza, ascoltare e lavorare su proposte e progetti concreti. Il nostro impegno sarà a difesa di una sanità che deve rimanere pubblica, contro le povertà, tema purtroppo molto presente in Umbria. Sono una nostra priorità la lotta per i diritti civili e la battaglia per i diritti sociali e per i servizi, in particolare per la scuola e l’università, un ascensore sociale su cui bisogna investire e investire bene”. Ecco perché uno dei primi appuntamenti da mettere in agenda è una grande conferenza programmatica, aperta, che sia spazio e luogo di partecipazione sui contenuti e di elaborazione, per “riconnettere il partito ai territori e alle persone”. “Abbiamo un’opportunità unica che non possiamo permetterci di sprecare” hanno aggiunto i segretari provinciali Camilla Laureti e Fabrizio Bellini.
Ospiti dell’assemblea il vicesegretario nazionale Giuseppe Provenzano e il capodelegazione all’Europarlamento Brando Benifei. Le sfide che ci attendono – ha ricordato Benifei – hanno bisogno di un Pd forte e per un Pd forte servono partecipazione e dialogo. “Per salvare la democrazia – secondo Provenzano – bisogna salvare i partiti e per salvare i partiti, in Italia, bisogna salvare il Partito Democratico”, l’unico in grado di combattere l’ingiustizia sociale. Salvarlo significa rafforzare la solidarietà e la voglia di vita in comune dei suoi militanti e “somigliare di più alle parole chediciamo”.
L’assemblea è stata l’occasione anche per il rinnovo degli organismi statutari con l’elezione di Cristina Papa a presidente con Donatella Casciarri e Daniele Longaroni vice; tesoriere Enzo Santucci, che presto sarà affiancato da un comitato di tesoreria, e Andrea Cavicchioli, Manola Tromboni, Gianfranco Chiacchieroni, Valter Carloia e Stefania Capacci in commissione di garanzia.