Il decreto interministeriale n. 124 del 30 giugno 2025 ha certificato un dato tanto grave quanto emblematico: l’Umbria subisce un taglio nelle dirigenze scolastiche, passando da 134 a 130 unità. Una riduzione netta di 4 dirigenze, mentre altre Regioni vedono aumentare le proprie dotazioni organiche.
Non siamo di fronte a un semplice aggiustamento tecnico, ma a una scelta politica precisa. Questo provvedimento evidenzia la volontà del Governo di discriminare l’Umbria, colpendo un pilastro essenziale del nostro sistema educativo e sociale: la scuola.
Ridurre le dirigenze scolastiche significa comprimere l’offerta formativa, limitare l’autonomia delle istituzioni scolastiche, scaricare ulteriori difficoltà organizzative su un personale già sotto pressione. Ma soprattutto, significa mettere a rischio il diritto all’istruzione in quelle aree, come le nostre zone interne, rurali e montane, che già vivono condizioni di fragilità e spopolamento.
Il dimensionamento scolastico non può e non deve essere governato solo da criteri numerici o statistici. Serve una visione che tenga conto delle specificità territoriali e delle reali esigenze delle comunità. Garantire servizi scolastici diffusi ed efficienti nei territori più marginali non è una concessione, è una necessità strategica per la sopravvivenza dell’intero tessuto sociale.
Le aree interne svolgono un ruolo essenziale per la tenuta del Paese: custodiscono risorse ambientali, paesaggistiche, produttive, e rappresentano un presidio fondamentale contro il dissesto sociale e ambientale. Svuotarle dei servizi significa abbandonarle, contribuendo ad accelerare un declino che, invece, va contrastato con determinazione.
Il Governo Meloni sta purtroppo confermando, con questo atto, l’impostazione miope già contenuta nel Piano strategico per le aree interne, dove si è persino arrivati ad affermare che in certi casi è impossibile fermare il declino. Noi ci ribelliamo a questa logica rassegnata e centralista.
Il Partito Democratico dell’Umbria rivendica con forza un’inversione di rotta nelle politiche per i servizi pubblici, a partire dalla scuola. Chiediamo che l’Umbria venga trattata con equità e rispetto, e che il sistema scolastico venga rafforzato, non indebolito, soprattutto nei territori dove è più necessario.
Chiediamo al Governo di correggere subito questo errore. L’Umbria non starà zitta mentre le si sottrae futuro. Dall’Umbria daremo vita ad un’azione in grado di rimettere le aree interne al centro di una strategia di sviluppo complessiva utile a tutto il Paese.
Così in una nota Damiano Bernardini, Segretario Regionale del Partito Democratico dell’Umbria